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Un viaggio alla riscoperta della storia e dell’arte del Duomo (1)

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Fra un anno, il 9 ottobre 2022, ricorrerà il 200.mo anniversario della consacrazione del Duomo, dedicato a Sant’Adalberto, da parte dell’arcivescovo di Gorizia Giuseppe Walland come riporta una lapide che si trova all’interno della chiesa. Un anniversario importante per la storia della nostra comunità e che va celebrato con la dovuta solennità. Per questo motivo, a un anno esatto da questa ricorrenza, intendiamo compiere un percorso settimanale alla riscoperta della storia della chiesa matrice di Cormons e delle sue ricchezze artistiche. Sarà un viaggio, che inizierà questa settimana, e che ci porterà attraverso 52 puntate all’appuntamento del prossimo anno.

Se la consacrazione avvenne nel 1822, i lavori di costruzione del Duomo iniziati molti anni prima, nel 1756, proseguirono per molti anni e si conclusero, come avremo modo di illustrare, nel 1896 con la realizzazione della facciata come la vediamo oggi.

Ma non possiamo non ricordare la precedente pieve, pure dedicata a Sant’Adalberto, che si trovava sempre allo stesso posto anche se leggermente orientata in modo diverso. Come si può vedere nel dipinto, che riproduciamo e che è del 1704, la chiesa era più piccola ma il campanile era molto alto e aveva la cuspide a piramide alta con base quadrata. La chiesa era più bassa e piccola e rispetto all’attuale, l’asse sarebbe dovuto essere orientata di circa 45° verso est, secondo la tradizione che era quella di posizionare le chiese con asse da ovest a est. La prima accurata descrizione della pieve la ricaviamo dalla relazione della visita pastorale che l’abate di Moggio Bartolomeo di Porcia effettuò nel 1570. La chiesa aveva un ampio presbiterio e tre altari: quello maggiore dedicato a Sant’Adalberto che al centro conservava un’icona della Madonna, al lato destro quello del S.S. Sacramento e, a sinistra, l’altare della S.S. Trinità. Un arco trionfale divideva il presbiterio dalla navata e al centro dell’arco pendeva un grande crocefisso in legno. Lungo la navata vi erano altri altari, quello dedicato a San Giuseppe, un secondo non consacrato a san Pietro, proveniente probabilmente dalla diroccata chiesa che si trovava all’interno del castello. Vi era ancora un altare senza nome sul quale era collocata una statua della Madonna. In seguite alle novità liturgiche introdotte dal Concilio di Trento  i furono dei mutamenti interni alla vecchia pieve.

Dalla relazione della prima visita pastorale che l’arcivescovo Carlo Michele Attems compì nell’aprile del 1753 di altari se ne contano otto: iI maggiore sempre dedicato a Sant’Adalberto; il primo altare a sinistra era quello della Beata Vergine del Rosario, poi venivano quelli della S.S. Trinità e di San Filippo Neri. A destra il primo alla Beata Vergine della Consolazione (Cintura), poi San Giuseppe e ultimo San Valentino. C’erano anche due piccole altari, non consacrati. dedicati a san Pietro e a sant’Antonio.

Non si conosce la data di costruzione di questa pieve, ma secondo pre’ Tite Falzari risalirebbe al XIV sec.

Della costruzione del nuovo Duomo si cominciò a parlare negli anni Venti del ‘700 per volontà delle comunità cormonese che riteneva che la chiesa esistente fosse troppo piccola come vedremo nella prossima puntata.

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