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Fino a mercoledì 8 gennaio 2025 la Caritas parrocchiale di Cormons, l'emporio della Solidarietà e la raccolta vestiario e materiale vario resteranno chiusi e sospesi --- Domenica 22/12 alla ore 18:30 presso il Santuario di Rosa Mistica la Santa Messa sarà accompagnata dai coristi del corso di Canto Gregoriano dell'Università della Terza Età di Cormons diretta dal Maestro Sergio Spessot --- Domenica 29/12 alle ore 12:00 presso l'icona della Sacra Famiglia di Borgo Savaian ci sarà un momento di preghiera ---

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La facciata del Duomo fu inaugurata nel 1896 (puntata 15)

Chi arriva in via Duomo s’imbatte, oltre all’imponente scalinata di cui abbiamo scritto nella precedente puntata, nella maestosa facciata della parrocchiale, che si eleva su un’altura che ne permette la visione anche da lontano.

La facciata fu l’ultimo lavoro nella costruzione del Duomo. Fu inaugurata, infatti, il 26 luglio 1896 con un discorso tenuto da don Domenico Alpi. L’inaugurazione aprì anche le manifestazioni per il nono centenario del martirio di Sant’Adalberto (23 aprile 997), che si sarebbero concluse l’anno successivo. Il progetto della facciata porta la firma dei capimastri Michele Bon e Saverio Giani, ma vi lavorarono in quel 1896 i capimastri cormonesi Amadio Cibeu, Eugenio Ferrarin e Vincenzo Zorzut. La facciata venne completata con la collocazione di tre statue nelle nicchie che erano già state predisposte: al centro la Madonna in trono con il Bambino, a sinistra Sant’Adalberto, cui è intitolata la chiesa ed è patrono di Cormons; a destra San Filippo Neri, co-patrono di Cormons. In molti, da Falzari a Tavano, indicano nello scultore carrarese Girolamo Fiaschi l’autore delle tre statue, che costarono alla parrocchia 4 mila fiorini e furono pagate in parte con i soldi della cassa della chiesa parrocchiale e in parte con le offerte dei cormonesi. Da ricerche storiche non risulta nel Carrarese alcuno scultore di nome Fiaschi, è invece probabile che Fiaschi fosse il titolare di un’azienda (ce ne erano centinaia nel Carrarese), che produceva statue utilizzando il marmo delle Alpi Apuane.

Il rosone esagonale, al centro del timpano, è in ferro battuto e fu donato dal fabbro Giorgio Maghet in onore del figlio don Carlo, che proprio in quel 26 luglio celebrava la sua prima messa nella parrocchiale.

Sulla facciata sono state murate due epigrafi con scritte in latino. In quella di sinistra si indica che i lavori del Duomo iniziarono nel 1736 e ci conclusero nel 1770: entrambe le date sono errate. Si sa che i lavori poterono iniziare solo nel 1756, mentre nel 1770 il Duomo non era ancora terminato, anche se probabilmente si volle indicare nel 1770 come l’anno in cui la nuova pieve poté ospitare le funzioni religiose. La seconda epigrafe si trova a destra della facciata e indica la data della consacrazione del Duomo (9 ottobre 1882) da parte dell’arcivescovo Giuseppe Walland e anche il nono centenario del martirio di Sant’Adalberto.     

La facciata, che presenta quattro lesene sormontate da semi capitelli corinzi, è di forma tardo-barocco piuttosto semplice, come la definisce Sergio Tavano, e richiama quelle di altre parrocchiali nella diocesi come quella San Lorenzo Isontino in cui operò pure Michele Bon. Caratteristico è l’ampio portale sormontato da un coronamento a cappello di prete, simile a quello della chiesa di Santa Caterina (Rosa Mistica) tanto che è probabile che entrambi siano opera dell’architetto, il bresciano padre Carlo Corbellini, che disegnò la facciata della chiesa di Sant’Caterina, sorta contemporaneamente al Duomo. A fianco del portale centrale, ci sono due porte laterali sormontate da linee spezzate e arricchite da un pinnacolo.

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