COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
La cella campanaria ospita 5 campane (38)
Nella cella campanaria si trovano cinque campane di diversa misura. La più vecchia risale al 1571 ed è la campana dei morti, di cui scriveremo nella prossima puntata. C’è poi il campanello che nelle antiche usanze suonava cinque minuti prima dell’inizio delle funzioni liturgiche, ma che ora non è più utilizzato.
Tre sono le campane che sono abitualmente utilizzate: la grande, la mezzana e la piccola. E tutte e tre hanno una storia diversa. Da un controllo incrociato di varie carte conservate nell’archivio parrocchiale, si può dedurre che la campana “grande” pesa 1716 kg ed è stata fusa nel 1928 dalla ditta Broili di Udine: riporta la scritta “Vivos voco, mortuos plango, fulgura frango” (Chiamo i vivi, piango i morti, spezzo i fulmini) ed è stata donata dalle famiglie cormonesi; questa campana suona a mezzogiorno (per invitare i credenti alla preghiera antica dell’Angelus), alla sera (per invitare la comunità a elevare il proprio pensiero alla Madonna, nell’Ave Maria) e scandisce le ore della giornata.
La “mezzana” e la piccola furono requisite dal governo per motivi bellici il 26 gennaio 1943. Nel 1947 le due campane, del peso rispettivamente di 1250 kg e 862 kg, furono rifuse dalla ditta Broili di Udine e collocate sul campanile nel 1947 a spese del governo. La campana “mezzana” si ruppe e fu sostituita da quella attuale nel 1986 fusa dalla ditta Clochiatti di Udine; oltre alla data di collocazione non ha scritte particolari ma riporta le immagini della Vergine con il Bambino Gesù, il Crocifisso e una figura in lunghe vesti, che potrebbe essere un angelo, che imbraccia una spada.
La campana piccola riporta la scritta “Ablatum tempore belli A.D. MCMXL - MCMXLIV– Restituitum pubblico sumptu MCMXLVII” (asportata in tempo di guerra 1940-1944; restituita pubblicamente nel 1947) e fa quindi riferimento al decreto del governo del 1946 in “forza del quale lo Stato si obbliga a fare rifondere e ricollocare sui campanili, a sue spese, tutte le campane requisite per necessità di guerra e tutte quelle rotte o rubate per opera degli eserciti combattenti”. La campana riporta anche la scritta “a fulgore et tempestate libera nos Domine” (dai fulmini e dalle tempeste liberaci o Signore).
Le tre campane principali suonano a distesa per annunciare le funzioni religiose e, come recita una poesia in friulano di Ermete Zardini, sono “intonadis /jàn un sun che ‘l è un portent/ son grandonis, acordadis/ e mi fan il cur content (Sono intonate, hanno un suono che è un portento, sono molto grandi, accordate e mi rendono il cuore contento”),
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