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Venerdì 22/11 alle ore 19:00 presso la piazza del Comune di Nova Gorica in Slovenia si terrà la Veglia con i giovani di Gorizia e Nova Gorica --- Domenica 24/11 Festa del Ringraziamento a Cormons: ore 10:00 S. Messa in Duomo e a seguire benedizione dei mezzi agricoli in Piazza XXIV Maggio ---

“Si adempì allora quanto era stato detto dal profeta Isaia con le parole: il bue riconobbe il suo padrone e l’asino la mangiatoia del suo signore.”

Così recita un brano del vangelo apocrifo detto dello Pseudo Matteo, che più avanti precisa: "Gli stessi animali, il bue e l’asino, avendolo nel mezzo l’adoravano incessantemente. Si adempì quanto era stato detto dal profeta Abacuc con le parole: Ti farai conoscere in mezzo a due animali”.[wysiwyg_imageupload:25:]

Nasce da questi precedenti nel corso del tempo tutta una simbologia, in parte ripresa anche dai Padri della Chiesa del III e IV, secondo la quale il bue è, come gli Ebrei, aggiogato sotto la Legge, mentre l’asino è, come succede per i pagani, costretto a portare il peso dell’idolatria.

Nel medioevo, soprattutto per la predicazione francescana, alla quale molto si deve per la diffusione del Presepe, si prescinde dai significati simbolici da attribuire ai due animali, e si incomincia piuttosto a spiegare che l’asino ed il bue sono presenti alla nascita del Salvatore per riscaldarlo e sottrarlo al gelo della grotta.

Nasce in tal modo il “sentimento presepiale”; l’artista nelle raffigurazioni sacre non si limita più a illustrare il dogma dell’Incarnazione, ma vuole “cantare” anche soprattutto la pietà ed il sentimento genuinamente espressi dal popolo. Entra in tal modo nel Presepio l’aspetto “narrativo”. Le scene in cui viene ambientata la “Natività” ora rappresentano la “quotidianità” della vita umana e e attraverso esse si vuole suscitare in chi guarda sentimenti di tenerezza e di commozione.

La scena presepiale si riempie di case, di artigiani che lavorano, di donne che vanno alla fonte con la brocca sulla testa, di strade che attraversano le colline percorse da viandanti e personaggi d’ogni genere, di bambini che giocano sull’uscio. E’ la vita di tutti i giorni che si distende e ruota attorno al fulcro della composizione che è rappresentato, comunque, sempre dalla grotta, o dalla stalla, abitate dalla Sacra Famiglia benedicente, cui si avvicinano colti in vari atteggiamenti i pastori.

“C’erano in quella regione dei pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento , ma l’angelo disse loro: non temete ….oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore….
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoria” (Luca 2,8-12).”

Il primo annuncio del “Grande Evento” viene dato proprio ai pastori; sono stati i pastori, per primi, ad adorare Gesù, che definirà se stesso “il Buon Pastore”.

I pastori del Vangelo di Luca sono gli eredi dell’attesa del popolo ebraico; la loro veglia notturna riassume tutte le attese del popolo ebraico, fin dai tempi del Patriarca Abramo:

“Appena gli Angeli si furono allontanati…i pastori dicevano fra loro: andiamo fino a Betlemme , vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere.Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe con il bambino, che giaceva nella mangiatoia.
E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro…
I Pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.”

La risposta dei pastori all’invito dell’angelo simboleggia la risposta fiduciosa dell’uomo alla chiamata di Dio; il “riferirono ciò che del bambino era stato detto loro” rappresenta, a sua volta, la prima manifestazione della predicazione del Vangelo agli uomini.

“Come potranno credere, senza averne sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? . .
La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo.”(Lettera ai Romani, 10, 14. 17)

I pastori che metteremo nel Presepe davanti alla grotta sono stati i nostri primi missionari.

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