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Fino a mercoledì 8 gennaio 2025 la Caritas parrocchiale di Cormons, l'emporio della Solidarietà e la raccolta vestiario e materiale vario resteranno chiusi e sospesi --- Domenica 22/12 alla ore 18:30 presso il Santuario di Rosa Mistica la Santa Messa sarà accompagnata dai coristi del corso di Canto Gregoriano dell'Università della Terza Età di Cormons diretta dal Maestro Sergio Spessot --- Domenica 29/12 alle ore 12:00 presso l'icona della Sacra Famiglia di Borgo Savaian ci sarà un momento di preghiera ---

Quante chiese dedicate a San Michele Arcangelo esistevano a Cormons?

Chiesa di San MicheleFino ad oggi gli storici, che si sono cimentati a studiare la presenza delle chiese a Cormons, hanno sostenuto l’esistenza di una sola, che si trovava nella casa eretta dalla famiglia Ribisini e poi ceduta, a metà del Seicento, alla famiglia Nehaus e che si trovava nell’attuale via Cancelleria vecchia. Giovanni Battista Falzari (pre’ Tite), che per primo ha curato uno studio organico sulle chiese di Cormons pubblicato a puntate nella seconda metà degli anni Cinquanta del secolo scorso sul bollettino del santuario di Rosa Mistica, qualche dubbio sull’ubicazione della chiesa deve averlo avuto perché scrive che “in una nota del 1605 è detta in cemeterio”. Ma il cimitero, che allora si trovava attorno alla parrocchiale, era un po’ distante da casa Nehaus. Alla fine Falzari, dopo aver ipotizzato altre sedi, sostiene che la chiesa di San Michele Arcangelo si trovava a casa Nehaus dove in un sottoportico trasformato in una officina meccanica vi erano tracce di affreschi. In effetti, chiusa l’officina e restaurato l’edificio, sono stati recuperati parte di due affreschi, che rappresentano uno San Michele Arcangelo e l’altro un crocifisso oggi visibili in una parete interna.
Pre’ Tite aveva ragione perché la chiesa di San Michele era la cappella dominicale della famiglia Nehaus eretta dai Ribisini a metà del ‘400, ma recenti studi portano a ritenere che a Cormons ci fosse una seconda chiesa intitolata a San Michele Arcangelo e che questa si trovasse sulla strada del cimitero come sosteneva l’atto del 1605. Questa tesi ora è avvalorata da una ricerca effettuata in questi ultimi mesi i cui risultati sono riportati nel libro “Cormons, storia e onomastica”, edito dalla Società Cormonese Austria e scritto da Maurizio Puntin, Giovanni Battista Panzera, Franco Femia e Mauro Belletti.
Scavando tra archivi e documenti è stato trovato un atto notarile del 3 gennaio 1647, redatto dal notaio Sebastiano Colombicchio e riportato da Blasutic in “Memoriali cormonesi” (un manoscritto mai pubblicato), dove si legge che Andrea Piasenti cede a titolo di dote a sua sorella Giovannina sposata con Gian Giuseppe Locatelli una casa che si trovava nella piazza di Cormons e che confinava con la via pubblica, la Loggia comunale, la casa del nobile Locatelli e con la chiesa di San Michele. La Loggia comunale, che sorgeva dove oggi c’è il bar Rullo, era contigua alla via che portava al cimitero della parrocchiale come si nota anche in un una mappa riportata in “Vecchi ricordi cormonesi” di Costantino Cumano e che descrive come era nel Cinquecento l’attuale piazza XXIV Maggio.
A sostenere ancor di più questa ipotesi c’è un altro atto notarile del 12 novembre 1669, sempre citato da Blasutic, in cui “Helena ved. bar. Del Mestri, nata Ribisina, coerede di suo padre Francesco Ribisino indica la chiesa di San Michele situata sopra il cimitero di S.to Adalberto”.
La presenza di questa chiesa vicino al cimitero può spiegare la sua intitolazione a San Michele Arcangelo. Tale titolo veniva di solito dato a chiese, cappelle o ossari nei cimiteri perché San Michele Arcangelo, come sottolinea monsignor Mauro Belletti, era venerato come “psicopompo” (“conduttore delle anime”), cioè colui che “pesava” la vita dei defunti e li portava in paradiso.
La chiesa probabilmente venne demolita con la ristrutturazione dell’area avvenuta all’inizio dell’Ottocento che comportò anche la demolizione della Loggia comunale. A quel tempo non esisteva più il cimitero, dismesso nel novembre 1784 per decisione dell’imperatore Giuseppe II che vietava il seppellimento dei morti nei cimiteri attorno alle chiese e anche nelle cripte interne alle chiese.

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