Sempre vivo il ricordo di mons. Trevisan

Otto anni fa, il 15 novembre 2007 ci lasciava monsignor Giuseppe Trevisan, parroco per 38 anni, dal 1955 al 2003.

Monsignor Trevisan è ancora vivo nella comunità cormonese, che lo ricorda con affetto riconoscendogli di aver guidato per tanti la comunità con intelligente apostolato in un periodo, in particolare all’inizio, non facile quando ancora non erano sopiti rancori e lacerazioni lasciati dalla guerra. Profondo conoscitore delle famiglie cormonesi, pur con un carattere talvolta spigoloso, seppe sempre tessere la rete del dialogo, dell’incontro con la discrezione e l’intelligenza mai negando un aiuto, un consiglio, una preghiera. Seppe anche vivere il segno dei tempi come quando, nei primi anni Settanta, ha liberato la Chiesa cormonese dei possedimenti terrieri che, oltre ad essere antieconomici, erano di ostacolo all’annuncio del Vangelo. “Sono dell’avviso che la Chiesa doveva essere povera – era il suo pensiero – madre di tutti e sostenuta fortemente dai fedeli”. Dedico particolare attenzione alla realizzazione del nuovo ricreatorio, nel quale trasferì anche la canonica per stare ancora di più in mezzo alla gente. Amante della musica, soleva talvolta suonare l’organo, aveva ricostituito nel 1981 il coro trasformatosi poi il Gruppo corale Sant’Adalberto. Aveva promosso anche la costituzione all’interno del ricreatorio della Scuola di musica.

Villessino di nascita, monsignor Trevisan era diventato sempre più legato a Cormons e non aveva evitato a schierarsi, negli anni Ottanta, in difesa dell’ospedale di cui era stata decisa la chiusura. Si pose anche in testa alla protesta scendendo in piazza accanto ai cormonesi per la difesa di quello che riteneva fosse un servizio essenziale per la comunità.

Lasciata la cura della parrocchia, proprio per il bene a Cormons, è rimasto al servizio pastorale della comunità celebrando, fin quando le forze gli hanno consentito, di celebrare la messa della mattina a Rosa Mistica, continuando a incontrare e a parlare con la gente. Ha lasciato in eredità una comunità viva che si ritrova in quel Centro cattolico cormonese che porta il suo nome e prosegue sulla strada da lui tracciata.