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Fino a mercoledì 8 gennaio 2025 la Caritas parrocchiale di Cormons, l'emporio della Solidarietà e la raccolta vestiario e materiale vario resteranno chiusi e sospesi --- Domenica 22/12 alla ore 18:30 presso il Santuario di Rosa Mistica la Santa Messa sarà accompagnata dai coristi del corso di Canto Gregoriano dell'Università della Terza Età di Cormons diretta dal Maestro Sergio Spessot --- Domenica 29/12 alle ore 12:00 presso l'icona della Sacra Famiglia di Borgo Savaian ci sarà un momento di preghiera ---

Mercoledì 6 febbraio, presso il Centro Pastorale Mons. Giuseppe Trevisan, Don Rinaldo Fabris ha svolto la seconda delle sue interessati eL'incontro con mons Fabris ascoltate “lectio magistralis” dal titolo “La fede in Gesù”. Ciò, nell’ambito delle serate che la Piccola Accademia ha programmato in armonia con l'Unità Pastorale di Cormons per corrispondere all’invito del Santo Padre che ha dichiarato il 2013 “Anno della Fede”.

Se la prima lectio magistralis aveva avuto per tema “La fede di Gesù” e aveva evidenziato il fondamento ebraico della fede del Maestro basata, non sul rispetto formale e liturgico della “Toràh” e delle sue prescrizioni, ma sul totalizzante continuo e reciproco dialogo di amore tra Dio Padre e Gesù.-figlio, nella seconda dotta disquisizione il biblista udinese ha esaminato l’iter dello sviluppo, della diffusione e del consolidamento della fede in Gesù inteso e riconosciuto dalla comunità dei credenti come “il Cristo”, “il Messia”, il “Figlio Unigenito del Padre”. E tutto ciò, a partire dai primi discepoli vissuti nella periferica Gerusalemme fino a coinvolgere l’intero mondo ellenistico-romano e la stessa capitale dell’Impero.

Questo straordinario fenomeno della rapida diffusione della fede in Gesù creduto “il Cristo” è stato esaminato dal relatore attraverso i contenuti dell’opera di evangelizzazione portata avanti in poco più di venti anni da Paolo, chiamato in lingua ebraica anche Saulo, un ebreo ortodosso, insigne dottore della “Legge”, scrupolosissimo osservante di ogni prescrizione della Torah, presente in veste di testimone giuridico (secondo la procedura giudaica) nell’esecuzione della condanna a morte per lapidazione di Stefano e, su preciso mandato del Sinedrio, feroce persecutore dei discepoli del “Crocefisso” in Gerusalemme e fuori Gerusalemme, fino alla folgorazione sulla strada di Damasco, dalla quale, inspiegabilmente e prodigiosamente, scaturì la sua passione per Gesù, tanto da trasformarsi nel più solerte e fecondo dei suoi discepoli, suo testimone e primo teorizzatore del “kerigma” cristiano.

Il kerigma paolino, cioè l’annuncio solenne della fede in Gesù quale risulta dalle lettere paoline scritte e fatte pervenire alle numerose comunità visitate e catechizzate e sparse nei vasti territori attualmente corrispondenti a quelli dell’attuale Turchia e Grecia, afferma che l’uomo Gesù, nato da donna, è il Cristo, unico Signore della storia per mezzo del quale, ed in vista del quale, ogni cosa fu creata, inviato da Dio Padre per assumere su di sé ogni peccato del mondo e lavarlo definitivamente con il proprio sangue sparso sulla Croce - da allora in poi non più segno di supplizio servile, ma strumento ineludibile di salvezza - per la redenzione di tutti, ebrei e non ebrei.

L’annuncio paolino di Gesù Cristo Salvatore, “che pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo diventando simile agli uomini....umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce”, inizia a diffondersi neanche cinque lustri dai fatti del Calvario ed è stato formulato e predicato nella sua essenza ancor prima che fossero scritti i Vangeli; esso verrà teologicamente codificato nel 325 a Nicea durante il primo Concilio Universale della Chiesa appena uscita dalle persecuzioni e ancora oggi, immutato, noi cristiani del duemila lo riconosciamo a fondamento della nostra fede quando recitiamo il “Credo”.

Questa “fede in Gesù”, tanto antica. originale ed inedita rispetto all’ebraismo, è la testimonianza più concreta di quanto siano del tutto infondate le tesi di quegli storici, anche attuali, che fanno del cristianesimo una religione costruita per ragioni politiche dall’Imperatore Costantino nel IV secolo dell’era moderna.

San Paolo predicava che “Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre (Fil. 2,5-11) almeno 270 anni prima di Costantino.

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