Inaugurazione dell' Emporio della Solidarietà

Sabato 19 ottobre è stato inaugurato l’Emporio della Solidarietà di Cormons, il quinto della Caritas dell’Arcidiocesi di Gorizia. Sono intervenuti nella cerimonia di inaugurazione il Parroco dell’Unità Pastorale di Borgnano, Brazzano, Cormons e Dolegna del Collio, monsignor Stefano Goina, il Vicepresidente della Cassa Rurale e Artigiana del Friuli Venezia Giulia, Umberto Martinuzzi, il Presidente della Fondazione Carigo, Alberto Bergamin, il Sindaco di Cormons, Roberto Felcaro, il Direttore della Caritas diocesana diacono Renato Nucera, l’Arcivesco di Gorizia, mons. Carlo Roberto Maria Redaelli. È stato letto il saluto e ringraziamento del Presidente de La Ginestra aps Marco Marcosig, associazione che gestirà l’Emporio di Cormons.

 Il Direttore della Caritas diocesana di Gorizia ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato e collaboreranno in futura per far sì che il progetto dell’Emporio della Solidarietà di Cormòns sia una realtà: l’Arcivescovo di Gorizia, l’Unità Pastorale, i volontari della Caritas parrocchiale di Cormons, la Fondazione Carigo, la Cassa Rurale e Artigiana del FVG, l’Ambito Territoriale, l’Associazione La Ginestra aps, i Comuni di Cormons, di Medea, di Mariano del Friuli, di Dolegna del Collio e di Moraro, ma anche tutti coloro che doneranno alimenti all’Emporio (Banco Alimentare, Coop Alleanza, Supermercati Gallo Rosso, Fattoria Zoff e il Mulino Moras). Ricordando che il Vangelo ha detto che “i progetti che hanno un lungo respiro sono quelli, come dice il Vangelo, che sono costruiti sulla roccia e questa roccia è rappresentata proprio da una rete di persone che portano entusiasmo, collaborazione e sono capaci di costruire speranza e futuro.”

 L’Arcivescovo Carlo ha ricordato che l’Emporio della Solidarietà è un opera-segno della Caritas diocesana, perché vuol essere un segno da un lato della prossimità che una comunità vuole testimoniare verso le persone più fragili, ma anche un segno che fa emergere e rende visibile la presenza dei poveri, che molto spesso la cultura attuale cerca di nascondere.