IL SERVIZIO ALLA CASA DI RIPOSO

L’animazione nella Casa di Riposo di Cormòns, “La Cjase”, è tenuta da volontari della Caritas Parrocchiale, solitamente

cinque persone fisse, a cui però si aggiungono o sottraggono volontari a seconda del periodo dell’anno. Nel giorno di Venerdì 26 Novembre si è svolta la S. Messa festiva, come ogni Venerdì della settimana, presieduta da Don Claudio Cidin, a cui poi si è aggiunto Don Fausto Furlanut, ricoverato qui in riabilitazione dopo l’incidente stradale che ha subito. L’altare viene preparato dai volontari della Caritas, che poi portano gli anziani dalle loro camere alla Cappella, assistendoli premurosamente. Le persone qui ricoverate si dimostrano contente di partecipare alla S. Messa, ed anche i pazienti più gravi provano un momento di serenità non appena sentono nominare il Signore, pregandolo soprattutto durante la Consacrazione. Come ospite c’è anche Noemi, 91 anni, attiva volontaria della Caritas, sia della Parrocchia che nella Casa di Riposo.

Alla S. Messa possono partecipare sia i parenti degli anziani ricoverati che persone esterne, ci partecipano dalle 75 alle 85 persone ogni Venerdì. L’Eucarestia viene distribuita, oltre che nella Cappella ai malati presenti, anche girando stanza per stanza in ogni piano dell’edificio, per permettere a tutti i pazienti di poter pregare il Signore.

I volontari, tra cui ci sono Dino, Carla, Roberta, Elena, Ida, insieme a molti altri, assistono gli anziani da circa 10 anni, alcuni anche più. Loro hanno sentito il bisogno di fare qualcosa di utile per gli altri, e di aiutare le persone con più difficoltà, dedicandosi quindi al volontariato, che non è un vero lavoro – molti di loro, infatti, ne hanno uno– ma un’azione compiuta volentieri, che si sente nascere dal cuore, una gioia che si ottiene ogni giorno, quando gli assistiti li ringraziano sinceramente. Alcuni volontari sottolineano come bastino un abbraccio, un bacio, una carezza o anche solo chiamar loro per nome per farli sentire felici e contenti di essere ascoltati, perché è questo quello di cui hanno maggiormente bisogno: persone che li ascoltano e che stiano in loro compagnia. Ed è questo che rende sopportabili le poche fatiche e difficoltà che si incontrano in questo volontariato. Quando, infatti, si è in pochi è più difficile gestire il grande numero di ospitati che si assistono; una difficoltà che viene dal cuore, quella forse più grande e più difficile da gestire, è la malinconia nel vedere persone che magari si sono anche conosciute nel corso della vita, cambiare radicalmente e perdere il loro naturale carattere. Ma i sentimenti di queste persone, che lavorano senza rendita nella Casa, li spronano a continuare e a non lasciarsi abbattere, cercando di fornire il miglior servizio che possono concedere