Il coraggio è vivere non lasciarsi vivere!

Domenica 22 marzo alle ore 11.30 nella Sala Civica del Municipio i rover e scolte dell’AGESCI Cormòns 1° hanno consegnato alla comunità parrocchiale e al Comune la Carta del Coraggio frutto della Route Nazionale vissuta in agosto a San Rossore in Toscana. Ufficialmente a fine della presentazione è stata consegnata una copia della carta del Coraggio al primo cittadino professor Luciano Patat e al parroco monignor Paolo Nutarelli. I ragazzi del clan hanno sottolineato che non esisterebbe la Carta del Coraggio se non si fosse svolta la Route Nazionale. In questo documento c’è la visione del mondo dei 30.000 rover e scolte partecipanti alla Route Nazionale. La Carta del Coraggio nasce dopo un anno di lavoro svolto dai clan che hanno partecipato alla Route Nazionale. Nella Carta del Coraggio si parla di diversi argomenti quali ad esempio legalità, informazione, emarginazione, politica. Per ogni argomento ci sono gli impegni che i ragazzi stessi vogliono prendersi e cosa chiedono all’AGESCI, allo Stato e alla Chiesa. La filosofia è declinata nel motto: cambio io, cambiamo assieme per cambiare il mondo.

Un documento, la Carta del Coraggio, che nasce da un lavoro che è durato un intero anno. Ogni clan ha scelto una strada di coraggio tra cinque proposti dall’AGESCI. Il clan del Cormòns 1° ha scelto: il coraggio di liberare il futuro. Questa strada di coraggio è diventata il capitolo cioè l’argomento su cui il clan decide di riflettere, confrontarsi per poi scegliere di prendere un impegno finalizzato a migliorare il mondo che li circonda. Per percorre la strade del coraggio il Clan di Cormòns ha osservato il mondo che li circonda visionando materiale sull’argomento (libri, film, documentari), ha incontrato testimoni (padre Mario Picech che li ha raccontato la realtà del carcere messicano e don Paolo Zuttion che ha testimoniato la realtà carceraria a Gorizia e in Costa d’Avorio). Dopo aver riflettuto particolarmente sul carcere e sul disagio delle persone detenute i rover e scolte cormonesi hanno pensato di svolgere un servizio in carcere, ma ciò non è facile per la normativa vigente. Hanno deciso alloro di porre in essere tre azioni di coraggio. Le prima è l’organizzazione di una caccia al tesoro per i ragazzi del GREST finalizzata a promuovere lo scoutismo. La seconda è stata l’iniziativa “a scuola con gli scout”: a settembre il clan del Cormòns 1° ha organizzato una specie di doposcuola in cui i ragazzi delle elementare hanno potuto svolgere i compiti estivi. Il clan ha scelto queste azioni di coraggio, perché l’educazione e la formazione sono il miglior modo per prevenire la devianza. La terza strada di coraggio è aver aiutato ad organizzare attività di promozione dell’associazione Vanessa che si occupa di donazione di midollo osseo.

La bozza della Carta del Coraggio nasce dal materiale che ogni clan, partecipante alla Route Nazionale, ha prodotto come conclusione del capitolo è li ha postati nel suo blog. Il lnon si è concluso con l'inizi della Route, ma è continuato nella Route Nazionale. Nella prima parte il clan cormonese, assieme a un clan di Lucca e uno di Gonzaga, hanno percorso i sentieri dello Stelvio. In questo campo mobile hanno condiviso le conclusioni che ogni clan ha prodotto durante l’anno. Nella route mobile hanno eletto un alfiere che aveva il compito di rappresentare al Consiglio nazionale dei Rover e Scolte quanto condiviso dai tre clan.

La Carta di Coraggio e la Route Nazionale è stata una scuola di democrazia rappresentativa. Nel campo mobile hanno organizzato una vera e propria campagna elettorale conclusa con l’elezione dell’alfiere. Una campagna elettorale in cui ogni alfiere presentava l’istanza che avrebbe portato al Consiglio nazionale Rover e Scolte una sorta di programma elettorale. Tutte le proposte sono state poi discusse e votate dagli alfieri.

Durante le giornate vissute a San Rossore il clan cormonese ha potuto incontrare molti testimoni nei diversi laboratori e vivere una bellissima veglia durata tutta la notte dal titolo “Battiti di Coraggio” in cui hanno concluso anche la catechesi che accompagnava la loro strada di coraggio sull’Apocalisse.

Un grosso investimento è stato fatto nel corso dell’anno associativo 2013-14 dall’AGESCI a favore dei rover e delle scolte. Quali saranno i frutti di questo impegno? Si spera aver contribuito a formare dei giovani più consapevoli delle proprie responsabilità. Giorgia, una scolta del clan cormonese, in risposta ad alcune sollecitazioni del pubblico intervenuto alla presentazione ha detto: “L’ultima cosa che pensiamo di fare dopo questa Route Nazionale è vivere da spettatori”, perché il coraggio, come i rover e scolte hanno scritto, è vivere e non lasciarsi vivere.