COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Un altro passo in avanti è stato compiuto per valorizzare lo Judrio, questo fiume carico di storia e di bellezze paesaggistiche ma anche per troppi anni dimenticato. I 16 comuni rivieraschi del suo bacino, che appartengono alle province di Udine e Gorizia, hanno siglato un patto per dare il via al progetto che porterà, con un iter che bene precisare non sarà breve, alla stipula del Contratto di fiume. Ciò significa che tutti i Comuni, da Drenchia a Romans cioè dalla sorgente alla foce, dovranno condividere e armonizzare gli interventi a tutela e alla conservazione del fiume.
Questo patto è stato siglato in un incontro svoltosi a Palazzo Locatelli, a Cormons, che è il Comune capofila, presenti l’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimarro, il vice presidente del Consorzio di bonifica della pianura isontina Fabio Coser, gli amministratori dei Comuni rivieraschi e rappresentanti dell’Associazione Judrio che da alcuni anni si batte per la tutela e la valorizzazione del fiume. La Regione, che già con la precedente Giunta si era impegnata per la salvaguardia dello Judrio investendo anche dei soldi, ha confermato il suo appoggio, L’assessore Scoccimarro ha sottolineato come tutte le amministrazioni comunali sono portatrici di interessi e quindi c’è la volontà di mettere in sicurezza il fiume e le popolazioni che vi vivono e valorizzarlo sotto il profilo ambientale, turistico e storico.
Come primo passo operativo è stato concordato di dare vita a due tavoli tematici, come ha sottolineata Raffaella Foscolini dell’Associazione Judrio: il primo affronterà la biodiversità e la sicurezza idraulica e il secondo le ricadute turistiche che lo Judrio e i suoi affluenti potranno ricevere dal Contratto di fiume,
Braccio operativo sarà il Consorzio di bonifica della pianura isontina, al quale la Regione ha affidato anche la regia degli interventi sull’asta del fiume, che va da Prepotto a Cormons, Il vicepresidente del Consorzio Fabio Coser ha sottolineato come il Contratto di fiume sia “un progetto partecipato”, ma che vede impegnati non solo gli Enti locali, ma anche cittadini e associazioni civiche che dovranno avere un ruolo di stimolo propositivo per migliore l’ambiente in cui vive il fiume.
Mettere in rete i vari soggetti interessati e fare squadra è la prima risposta positiva per rilanciare un fiume che per secoli ha diviso le genti che abitavano sulle due rive. Oggi il suo primo tratto fa ancora da confine tra Italia e Slovenia, ma è un confine che non ha sbarre, non ha guardie a controllare e la gente è libera di passare in un clima del tutto pacificato. A Cormons è stato siglato il primo e importante passo, al quale dovranno seguire tanti altri perché i propositi diventino realtà e lo Judrio venga valorizzato per le sue tantissime ricchezze ancora poco conosciute. Solo in campo turistico le potenzialità sono enormi: già l’alta valle dello Judrio, quello che va da ponte di Mernico alla sorgente, è già meta di escursionisti amanti della natura perché l’ambiente è ancora incontaminato e il fiume offre scorci paesaggistici di incomparabile bellezze, sentieri per passeggiate a piedi o in mountain bike.
Ma il fiume va valorizzato per l’intero suo corso e per farlo è necessario metterlo in sicurezza anche per salvaguardare popolazioni e territorio. In questi mesi qualche intervento è stato compiuto come la riparazione di alcune roste e la pulitura e messa in sicurezza della roggia di Trussio, che un tempo movimentava le pale del mulino, e che negli anni scorsi per la scarsa manutenzione - stata fonte di esondazioni. E attenzione va tenuta anche perla salubrità delle sue acque in particolare in quel tratto di fiume dove maggiori sono gli insediamenti abitativi e produttivi.
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