TU ES SACERDOS IN AETERNUM

In queste settimane molti sacerdoti hanno ricordato la loro ordinazione sacerdotale: è bello per un prete e per una comunità ringraziare il Signore per il dono della vocazione.

In questi giorni, in particolare, ci siamo stretti a don Giovanni De Rosa (26 giugno) per il suo primo anno di prete; a don Federico Butkovic (28 giugno) per il suo 2° anniversario; a don Fausto Furlanut ordinato il 29 giugno 1963.

Ricordare queste date diventa occasione per ripensare al ruolo del sacerdote nelle nostre Comunità.

Il calo dei sacerdoti presenti in Diocesi da una parte ha significato e significherà un “taglio” di S.Messe sul territorio ma, contemporaneamente, ha permesso a tante Comunità di sentirsi protagoniste dell’azione pastorale.

Questo è un punto di non ritorno: in virtù del proprio Battesimo, ogni cristiano deve sentirsi partecipe, secondo le proprie possibilità, disponibilità e competenze, del bene della Comunità per cui non bisogna delegare sempre il sacerdote.

Mercoledì scorso, in occasione dei 60 anni di presbiterato del Papa, ci siamo trovati numerosi per elevare al Signore, presente nel Sacramento dell’Eucarestia, la preghiera perché “mandi operai nella sua messe”, perché nelle nostre Comunità possano nascere nuove vocazioni al Sacerdozio.

Chi è il prete oggi? L’uomo, che essendo totalmente di Dio, sta accanto all’uomo, dove l’uomo si trova, vive e cresce… è colui che richiama se stesso e poi gli altri al progetto di salvezza (=realizzazione piena dell’uomo) che Dio ha sull’umanità… è colui che, nonostante i suoi peccati e le sue inadeguatezze, rende presente, nel Pane e nel Vino, Cristo stesso… è colui che, in nome di Cristo, dona il suo perdono a chi è capace di riconoscere i propri fallimenti e ripartire.