COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Il peccato è offesa fatta a Dio e rottura dell'amicizia con lui; scopo quindi della penitenza è essenzialmente quello di riaccendere in noi l'amore di Dio e di riportarci pienamente a lui. Il peccatore che, mosso dalla grazia di Dio misericordioso, intraprende il cammino della penitenza, fa ritorno al Padre che «per primo ci ha amati» (1Gv 4, 19), a Cristo, che per noi ha dato se stesso, e allo Spirito Santo, che in abbondanza è stato effuso su di noi.
Ma «per un arcano e misericordioso mistero della divina Provvidenza, gli uomini sono uniti fra di loro da uno stretto rapporto soprannaturale, in forza del quale il peccato di uno solo reca danno a tutti, e a tutti porta beneficio la santità del singolo», e così la penitenza ha sempre come effetto la
riconciliazione anche con i fratelli, che a causa del peccato sempre hanno subito un danno.
Non di rado, anzi, gli uomini si collegano nel commettere ingiustizia; è giusto quindi che siano solidali anche nel far penitenza; liberati così dal peccato per la grazia di Cristo, potranno essere nel mondo, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, operatori di giustizia e di pace.
Fa parte del sacramento della Penitenza la confessione delle colpe, che proviene dalla vera conoscenza di se stesso e dalla contrizione per i peccati commessi. Però sia l'esame accurato della propria coscienza, che l'accusa esterna, si devono fare alla luce della misericordia di Dio. La confessione poi esige nel penitente la volontà di aprire il cuore al ministro di Dio, e nel ministro di Dio la formulazione di un giudizio spirituale, con il quale, in forza del potere delle chiavi di rimettere o di ritenere i peccati, egli pronunzia, in persona Christi, la sentenza.
La celebrazione dell'Eucaristia è il centro di tutta la vita cristiana, sia per la Chiesa universale che per le comunità locali della Chiesa stessa. Infatti tutti gli altri sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato hanno uno stretto rapporto con l'Eucaristia e sono a essa ordinati. Nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua e pane vivo, che, mediante la sua carne vivificata dallo Spirito Santo e vivificante, da vita agli uomini: questi sono in tal modo invitati e indotti a coinvolgere con quella di Cristo l'offerta di se stessi, del loro lavoro e di tutte le cose create.
Inoltre «la celebrazione dell'Eucaristia nel sacrificio della Messa è veramente l'origine e il fine del culto che a essa vien reso fuori della Messa». Infatti Cristo Signore, che «nel sacrificio della Messa è immolato quando comincia a essere sacramentalmente presente come cibo spirituale dei fedeli sotto le specie del pane e del vino», anche «dopo l'offerta del sacrificio, allorché viene conservata l'Eucaristia nelle chiese o negli oratori, è veramente l'Emmanuele, cioè "Dio con noi". Giorno e notte resta in mezzo a noi, e in noi abita, pieno di grazia e di verità»
L'Eucaristia, che incessantemente ripresenta tra gli uomini il mistero pasquale di Cristo, è fonte di ogni grazia e della remissione dei peccati. Coloro tuttavia che intendono ricevere il Corpo del Signore, per aver parte ai frutti del sacramento pasquale, vi si devono accostare con purezza di coscienza e con buone disposizioni spirituali.
Perciò la Chiesa prescrive che «nessuno, consapevole di essere in peccato mortale, per quanto si creda contrito, si accosti alla santa Eucaristia, senza premettere la confessione sacramentale». Se c'è un grave motivo e manca la possibilità di confessarsi, premetta un atto di contrizione perfetta, con il proposito di confessare quanto prima i singoli peccati mortali, che sul momento è impossibilitato a confessare. Quanto a coloro che sono soliti comunicarsi ogni giorno o frequentemente, è bene che a congrue scadenze, secondo la condizione di ognuno, si accostino al sacramento della Penitenza. D'altra parte, i fedeli considerino l'Eucaristia anche come antidoto, per il quale son liberati dalle colpe quotidiane e preservati dai peccati mortali; e sappiano inoltre servirsi debitamente delle parti penitenziali della liturgia, specialmente della liturgia della Messa.
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