COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Il sociologo Francesco Pira, docente di Comunicazione e Giornalismo del Dipartimento Civiltà Antiche e Moderne presso l'Università degli Studi di Messina, ha affrontato l’argomento del cambiamento della società moderna, introducendo “Internet, smarthpone e social network: il mondo degli under 16 a rischio”. L’autore ha pubblicato nel corso degli ultimi anni “Bambini mai soli davanti alla tv”, “Videogiocando “, “Infanzia Media e Nuove Tecnologie”, “Giochi e Videogiochi dal nascondino alla console” affrontando quindi temi di forte impatto sociale ed educativo.
Da dati recenti del Telefono Azzurro e l’Eurispes il 23% degli intervistati dichiara di avere trovato pettegolezzi online sul proprio conto e un giovane su cinque ha trovato sul web foto di sè imbarazzanti.
Ciò che è radicalmente cambiato è il contesto sociale e il sistema di relazioni al suo interno.
L’evoluzione continua e rapida della tecnologia sta modificando in modo profondo la società, le relazioni, i valori di riferimento, l’esercizio del potere. Siamo immersi in una “rivoluzione”.
Nascono nuovi termini per bullismo e uso inconsapevole del proprio corpo: cyberbullismo e sexiting.
Nascono nuove definizioni per dare un nome ai nuovi internauti: digitali nativi, immigrati digitali, famiglia digitale, mobile born.
La società viaggia a due velocità: i nativi digitali, le nuove generazioni che vivono l’ambiente digitale come luogo naturale di relazione immergendovisi e gli immigrati digitali, gli adulti, che lo vivono come strumento e devono apprenderne le regole.
La comunicazione per i digitali nativi passa attraverso chat, sms, mms e spazi aperti senza limiti se non quelli a monte eseguiti dagli adulti, che con il loro tempo e pazienza possono assumere funzione di controllo per i modi e i tempi da dedicare all’uso di questi mezzi; gli stessi che usati in modo corretto spesso possono essere utile sostegno e implementazione della vita lavorativa, scolastica oltre che relazionale.
Le forme delle nuove tecnologie offrono infinite possibilità espressive che restano spesso estranee al mondo degli adulti, nelle quali i giovani trovano un ulteriore mezzo di allontanamento e distacco.
Si cerca di capire i digitali nativi e già nascono nuovi fenomeni sociali: i mobile born, bambini che imparano a usare tablet e smartphone prima di camminare e verso i quali si concentrano le aziende del settore considerandoli nuovi clienti e creando soluzioni innovative.
Le tecnologie modificano le relazioni interpersonali e nell’era dei social network dove tutti sono connessi, si sente forte il bisogno di riconnessione con la realtà , ma con quali ruoli?
Dall’uso delle tecnologie per studio, lavoro o svago, fino all’archiviazione dei nostri ricordi da condividere con gli altri, vi è una liberalizzazione decisionale riconosciuta in famiglia già in età precoce, quando ancora i bambini non sono in condizione di gestirla e la perdita di autorità dei genitori a queste condizioni, crea un abuso dei mezzi di comunicazione alternativi al face to face.
Il tempo, lo spazio, e i rapporti cambiano all’interno della vita di relazione nella quale non si trova il tempo di guardarsi negli occhi e ritrovare un contatto vero.
Rischio per la società è che la mancanza di limiti fisici e culturali, portino a un’alterazione dei valori di riferimento con un’educazione sostituita dalla pseudocultura: manipolazione che dà illusione di libertà.
Il rischio nelle famiglie e nella scuola è il mancato controllo di uno spazio dove l’assenza di consapevolezza aumenta stimoli e rischi; esempio pratico lo riscontriamo nei videogiochi violenti, usati in età inappropriata rispetto al consigli PEGI (Pan European Game Information) organo predisposto a definire l’età consigliata per l’uso del gioco.
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