COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
[wysiwyg_imageupload:48:]Iniziamo mercoledì prossimo, con il gesto dell’imposizione delle Ceneri, il tempo forte della Quaresima. Sono giorni che ci “regaliamo” come Comunità per poter vivere un serio cammino di conversione a Cristo e alla Sua Parola. In antichità la Quaresima era il tempo in cui coloro che avevano commesso peccati gravi compivano un cammino di penitenza e conversione: all’inizio dei quaranta giorni, di domenica, essi ricevevano sul capo il segno delle ceneri e il giovedì santo la riconciliazione. Nel V secolo il rito romano anticipò la Quaresima di quattro giorni (da cui l’origine del “mercoledì delle ceneri”) e la posticipò di due (fino al “sabato santo”): quarantasei giorni in tutto, di cui quaranta effettivi perché le domeniche (Pasqua della settimana) erano escluse dal computo. Questo periodo divenne anche momento propizio per la preparazione dei “catecumeni”, cioè di coloro che sarebbero stati battezzati durante la Veglia Pasquale. Attualmente, nel rito romano (il nostro) la Quaresima inizia il “mercoledì delle ceneri” e si conclude alla mattina del giovedì santo.
Per noi oggi la Quaresima dovrebbe essere un itinerario di conversione, di crescita interiore e cammino comunitario. Mercoledì prossimo nelle nostre Chiese risuonerà il Vangelo di Matteo nel quale ci viene chiesto di vivere la Preghiera, il Digiuno e la Carità. Possiamo viverli come dei formalismi dettati dalla tradizione ma possiamo dare loro un significato profondo. Abbiamo 40 giorni per riscoprire la relazione con Dio attraverso la sua Parola che di volta in volta si fa consolante ma anche esigente (preghiera); è l’occasione per ridare il giusto peso alle cose cioè imparare a distinguere ciò che mi è indispensabile da ciò che veramente mi è superfluo (digiuno – l’astenersi dalla carne il venerdì di quaresima e l’assenza di un pasto il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono “strumenti” che dovrebbero aiutarci a “ri-equilibrare” il nostro rapporto con le cose: nasce spontanea una domanda; cosa “serve” non mangiare carne il venerdì se poi andiamo a fare un pranzo a base di pesce dove vado a spendere il triplo? È veramente un gesto “penitenziale” – “quaresimale”…?). Per questo al digiuno è legata la carità: ciò a cui rinuncio diventa dono per gli altri. Ecco, allora, che l’elemosina non è solo dare un’offerta ma è dare qualità al nostro tempo… rinuncio ad un’ora di internet per dialogare con i miei figli o i miei genitori… rinuncio ad un pomeriggio con le amiche in bar e magari vado a trovare chi è ammalato o solo.
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