COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
[wysiwyg_imageupload:67:]Nella Domenica che precede la festa di Pasqua la Chiesa, celebra l’ingresso messianico di Gesù in Gerusalemme, punto di arrivo del suo percorso verso la Città Santa.
Comincia così una settimana che è dichiarata ‘santa’ per gli eventi che propone: decisivi per la storia di Dio con gli uomini.
Proprio per sottolineare un passaggio importante nel cammino verso la Pasqua, gli abiti liturgici cambiano di colore: si abbandona il viola per passare al rosso.
C’è un gesto che caratterizzerà la liturgia di Domenica prossima: la processione con i rami di ulivo.
Essa gode di un’origine molto antica.
Nel suo giornale di viaggio la pellegrina Egeria racconta che, alla fine del IV secolo, essa aveva luogo a Gerusalemme, con il Vescovo, e toccava i luoghi legati al passaggio del Signore, fino alla Basilica della Risurrezione.
Tale rito entrò nella liturgia papale, come viene attestato alla fine del XI secolo e fu in seguito adottato dalle Chiese dell’Occidente, assumendo un carattere trionfale, una vera e propria festa di Cristo Re. Il rito antico, tuttora in vigore in alcune regioni, prevedeva la processione fino all’interno della chiesa e l’apertura delle porte.
Colui che presiedeva percuoteva con la croce la porta centrale: «Sollevate, porte, i vostri frontali. Alzatevi, porte antiche ed entri il re della gloria».
Dall’interno il coro cantava: «Chi è questo re della gloria?».
A questo punto si spalancavano i battenti ed il popolo entrava nella navata.
Anche se priva di questo effetto teatrale, la processione comunque significa l’ingresso del popolo di Dio, al seguito di Gesù vittorioso, nella Gerusalemme celeste, cioè nella gloria della risurrezione.
Si tratta di un gesto solenne, trionfale e colmo di speranza che non può venire separato da ciò che verrà proclamato successivamente: il racconto della Passione di Cristo.
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