Memoria di Suor M. CECILIA

MEMORIA di

Suor M. CECILIA dell’Addolorata
(Savina LISANDRO)

nata a Portogruaro (Venezia) il 1° febbraio 1930

morta a Cormòns (Gorizia) il 31 marzo 2017

67 anni di Consacrazione Religiosa

“Nelle tue mani, Signore, è la mia vita: di questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima…”
(Salmo 16)

La nostra cara suor Cecilia, che nel lontano 1945 aveva iniziato la sua prima formazione nella nostra Congregazione con grande fervore e gioia di spirito, proprio qui ai piedi di Rosa Mistica, era ritornata tra noi poco più di due anni fa, nel gennaio 2015, contenta di avere la grazia di terminare la propria vita religiosa dove l’aveva iniziata, presso la Vergine Santa, di cui è sempre stata assai devota.

A pochi mesi dalla sua prima professione religiosa, emessa nel maggio 1950, suor Cecilia lasciava Cormòns con destinazione Roma: nella Città Eterna rimase ininterrottamente per ben 64 anni, offrendo il proprio servizio nelle quattro diverse nostre Comunità, alternandosi in esse secondo le necessità. Docile all’obbedienza, fervente nella propria donazione al Signore e sempre pronta al sacrificio, con tanta serenità ha saputo passare da un luogo all’altro con la disponibilità e lo spirito buono che aveva assorbito dal Noviziato, dallo scorrere della vita e dagli insegnamenti ed esempi del nostro santo Fondatore Padre Luigi. Così a Roma fu all’Istituto Sant’Agnese dal 1950 al 1971 e dal 1071 al 1973 alla Casa Generale nella sua sede provvisoria di Viale Vaticano. Ritornò poi a Sant’Agnese, ove rimase fino al 1992, passando quindi ancora alla Casa Generale aperta in Via dei Damasceni e poi trasferita in Via Innocenzo IV. Da qui suor Cecilia partì per l’ultimo tratto del suo viaggio di esistenza terrena nel 2015.

Una lunga esistenza, quella di suor Cecilia, trascorsa sempre occupandosi nei vari servizi della casa. Ma il suo compito specifico poi fu quello di autista della Comunità, sempre a disposizione dei superiori, delle sorelle e delle moltissime persone che erano di frequente di passaggio per Roma od ospiti nella casa. Tutto questo finché poté farlo, poiché con il trascorrere del tempo anche per lei sorsero problemi di salute, sempre accolti con paziente abbandono in Dio, nonostante cercasse di poter ancora rendersi utile in Comunità. Così, un po’ alla volta, suor Cecilia fu costretta a lasciare il servizio che ancora avrebbe cercato di compiere, pur con fatica, ma sempre con tanto amore. Ovunque, ma specialmente nei momenti più difficili, trovò sostegno nella fede e fiducia in Dio, nella certezza del suo divino aiuto, nella devozione a Rosa Mistica e a Padre Luigi, sempre con la volontà di rendersi utile donando il meglio di se stessa nell’esercizio della fraterna carità.

Chiese quindi di venire nell’Infermeria e così ritornò volentieri tra noi per vivere nuovamente nella casa che l’aveva vista muovere i primi passi nella vita religiosa, conservando però sempre un grato ed affettuoso ricordo per le Comunità di Roma. Ora suor Cecilia può a ragione ripetere al suo Sposo le parole conclusive del Salmo 16: “Anche il mio corpo riposa al sicuro… gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.”

La Comunità di Cormòns