COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Il 25 aprile è stata riaperta la chiesa di San giorgio doopo due anni di chiusura a causa di pericolosi distacchi di intonaci dalla torre campanaria. I lavori di manutenzione hanno interessato anche la revisione della copertura con la sistemazione dei coppi per prevenire infiltrazioni all’interno dell’edificio.
La chiesa di San Giorgio, che è il patrono di Brazzano e di cui la parrocchia porta il nome, è il simbolo del paese. Emerge con il suo biancore dal verde del colle con il suo robusto campanile alto 20 metri. È uno dei pochi campanili del Collio che terminano con una merlatura di tipo ghibellino, ma fino agli anni Venti il campanile terminava con una cuspide, che venne poi demolita.
La prima chiesa sorse circa 700 anni fa sulle rovine di un castello distrutto nel 1257 dal conte di Gorizia Mainardo in lotta contro il patriarca Gregorio. La chiesa subì nei secoli vari lavori di restauro e rifacimento quella che oggi ammiriamo risale al XVI secolo anche se sono stati effettuati successivamente interventi di restauro e di straordinaria manutenzione come riportano alcune iscrizioni che si trovano all’interno della chiesa. In particolare uno dei lavori di restauro fu effettuato nel 1881 come riporta la data che si trova sul pavimento all’ingresso del tempio. Altri lavori di consolidamento vennero effettuati nel 1979 dopo che la chiesa subì danni dal terremoto di tre anni prima.
All’interno della chiesa, che presenta un’aula rettangolare, è conservato un pregevole altare ligneo policromo e riccamente dorato del 1563, attribuito allo scultore cividalese Girolamo Ridolfi. Ripartito in due piani, con tre nicchie ciascuno, quello alla base presenta al centro San Giorgio e il drago; quello superiore raffigura la Madonna con il Bambino. ora custodita per motivi di sicurezza nella parrocchiale di Brazzano. Entrambi i piani sono affiancati da statue di santi. In cima una piccola edicola rappresenta l’Eterno Padre. A fianco di questa scultura c’erano due statue di serafini, rubate nel 1968 e mai più ritrovate. Come pure il paliotto che si trovava sotto l’altare. Si può anche ammirare, alla destra dell’arco trionfale, che separa la navata dal presbiterio, un altare laterale, pure in legno, costituito da un trittico intagliato e dipinto da Giovanni Martini.
All’esterno della chiesa, appoggiate o incastonate nei muri sono conservate alcune lapidi funebri a testimonianza che attorno alla chiesa, come era usanza nei secoli passati, vi era un cimitero. Li fu sepolto anche il conte Francesco di Manzano prima che i suoi resti venissero traslati nella chiesa di Santo Stefano a Giassico, suo borgo natale.
Di interesse storico vi sono anche alcuni reperti antichi, inseriti in una nicchia che si trova sopra la porticina laterale di ingresso della chiesa. Secondo lo studioso Sergio Tavano - documentò negli anni Sessanta il patrimonio storico e artistico della chiesa di San Giorgio approfondito poi assieme ad Antonietta e Giorgio Bergamini in “Cormons quindici secoli d’arte” del 1975 - si tratta di parte un sarcofago risalente probabilmente al tardo terzo secolo d. C. Sopra questo pezzo di sarcofago, pure murato, vi è un frammento di marmo con un’iscrizione che risale alla metà del secolo VIII.
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