COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Dopo il lento cammino della Quaresima anche quest’anno la Collaborazione pastorale di Cormòns, come il resto della Chiesa Cattolica, ha rivissuto la corsa di Pasqua presente nei brani dei Vangeli che raccontano l’alba di quel giorno dopo il sabato. I temi degli attentati di Bruxelles, e del terrorismo jihadista, ma anche il dramma dei migranti e la nostra incapacità di ascoltare, riflettere sono entrate nelle riflessioni, nelle preghiere e nelle omelie del Triduo Pasquale e della Solennità di Pasqua.
Giovedì Santo monsignor Paolo Nutarelli, parroco di Cormòns, ha sottolineato come dietro agli attentati jihadisti e dietro alle guerre che insanguinano il medio oriente con la conseguenza del dramma dei profughi ci sono interessi economici nascosti da motivazioni religiose. La nostra risposta da discepoli di Gesù rimane l’accoglienza e il dono come ci ha insegnato il nostro Maestro nella Lavanda dei Piedi e nella istituzione dell’Eucarestia. Pur sapendo che di lì a poco sarebbe stato tradito e disconosciuto, ha comunque donato ai suoi discepoli l’Eucarestia e il gesto della Lavanda dei Piedi. Gesù vuole insegnarci che Dio non ci toglie le sofferenze, ma ha deciso di abitarle vivendole in prima persona.
Venerdì Santo durante l’Azione Liturgica della Passione donpi collegandosi con la riflessione dell’omelia della Missa in Coena Domini ha detto che noi siamo capaci di sacrificarci per gli altri se riteniamo che il nostro sacrificio abbia un sicuro risultato, mentre Gesù si è sacrificato per noi “senza se e senza ma”.
Durante la Veglia Pasquale oltre ai riti del fuoco, della luce, dell’acqua e del Pane e del Vino la comunità cristiana di Cormòns ha avuto la gioia di condividere il Battesimo di Irene, che proprio nella Veglia della notte in cui si fa memoria della Risurrezione di Cristo ha ricevuto il Sacramento del Battesimo ed è risorta in Cristo.
Nella Celebrazione Eucaristica solenne del giorno di Pasqua donpi ha voluto focalizzare la sua riflessione sulla nostra difficoltà a vivere la vita in profondità, prendendo ad esempio il comportamento dei due discepoli Pietro e Giovanni la mattina di Pasqua.
“Pietro, in fondo, rappresenta la razionalità che si ferma ai segni: guarda, vede, ma non a sufficienza. Ma s’interroga. A me non fanno paura i non credenti o i non praticanti ho paura di chi non pensa di chi non osa pensare, riflettere verbi caduti nel dimenticatoio. Quante volte lo diciamo? Non abbiamo tempo non abbiamo più tempo per ascoltarci, per ascoltare. Non abbiamo più tempo per capire chi sono, cosa faccio. Cerchiamo con affanno il successo ci crediamo liberi ma poi siamo schiavi del sistema per cui io, voi, noi siamo numeri.
Abbiamo bambini di 5 anni che sanno giocare con l’iphone e che sanno come usare il decoder meglio delle nostre mamme, ma ai quali abbiamo proibito di pensare, di riflettere. L’altro discepolo: la tradizione lo identifica con Giovanni. In lui troviamo la sintesi del credenti emotività e razionalità; quei segni sono chiari: Gesù è risorto vide e credette”.
La gioia pasquale, vissuta nelle celebrazioni, è stata portata nelle case dove il pranzo è iniziato spezzando e condividendo quel piccolo pane che è stato benedetto al termine della Veglia Pasquale e delle Celebrazioni Eucaristiche del giorno di Pasqua in tutte le comunità della Collaborazione Pastorale.
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