COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Quando entravi nell’aula, ti appariva tutt’altro che un’aula scolastica, almeno di quelle tradizionali con i banchi ben allineati e gli alunni diligentemente ai loro posti.
L’aula di Giampaolo era diversa, piena di vasetti di pennarelli, cartoncini colorati. E ai muri grandi cartelloni con disegni, fotografie, tante fotografie. Gli alunni intorno e in mezzo a loro Giampaolo, con la sua barba che s’ andava ingrigendo, qualche alzata di voce per far quietare i più irrequieti. All’apparenza sembrava uno stanzone disordinato, ma ogni oggetto aveva una sua funzione. Le aule di Giampaolo erano così, veri laboratori dove i ragazzi andavano a scoprire quei saperi che non trovi nei testi scolastici.
Giampaolo Boegan se ne è andato di sabato in quest’inverno agli sgoccioli e con una primavera che si presenta già con i suoi alberi fioriti. Aveva 65 anni e ha ceduto al male che da tempo lo tormentava e che lui aveva affrontato con la sua consueta energia ma anche con razionalità e con la fede che lo ha sempre accompagnato.
Aveva lasciato la scuola cinque anni fa per andare in pensione dopo quasi trent’anni di insegnamento. Quasi tutti spesi nella scuola a tempo pieno, perché lui a questo metodo di scuola ci ha creduto con convinzione perché forniva gli spazi e i tempi per una multidisciplinarità che permetteva una più ampia formazione educativa dei ragazzi. Ma aveva dedicato tempo pure per i suoi colleghi. Da presidente provinciale dell’Associazione maestri cattolici aveva realizzato corsi di formazione per neo insegnanti della scuola primaria.
Giampaolo aveva cominciato la sua carriera di giovane maestro nel 1977 a Dolegna del Collio in quella che era, a quei tempi, una scuola all’avanguardia nel tempo pieno perché era stata capace di togliere i ragazzi dai lavori dei campi e permesso loro di apprendere una conoscenza che andava oltre al saper leggere, scrivere fare di conto.
Intransigente nell’apprendimento scolastico, Giampaolo aveva avviato laboratori molto innovativi per quei tempi: agli scolari, per esempio, aveva fatto imparare tutti i segreti della fotografia, i suoi allievi sono stati i primi a imparare a usare i computer quando le aule di informatica erano ancora un sogno. Per lui erano sufficienti un tastiera e un vecchio televisore ed ecco che in pochi mesi hardware e software per i ragazzi non avevano più segreti. Gli piaceva definire questo metodo autoinformazione educativa.
Alla scuola a tempo pieno non aveva rinunciato neppure quando la scuola di Dolegna chiuse i battenti. Era ridisceso in pianura per trovare nella “Manzoni” di Borgnano, poi trasferitasi al polo scolastico di Cormons, le stesse motivazioni per continuare quel suo modo di fare scuola dove, assieme all’apprendimento, si dava spazio alla creatività degli allievi. Aveva insegnato il gioco degli scacchi per coprire gli spazi ricreativi, oggi - grazie a quella scuola – gli studenti cormonesi sono diventati tra i più bravi in Italia.
Quel suo amore per la scuola, è stato ricambiato dai suoi allievi – li considerava la sua ”famiglia” -, e in tanti gli sono stati vicini anche nelle ultime fasi tristi della malattia.
Lo ricordiamo con quella foto, che gli hanno scattato i suoi studenti, mentre su un tronco d’albero sul Quarin, durante una della tante escursioni didattiche, salutava con la mano aperta.
Ciao, maestro Giampaolo. E grazie.
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