Campi medie uno: ci sono anch'io

Un’esperienza unica per i ragazzi 2001/2002 delle parrocchie di Cormòns e Grado, all’insegna dell’amicizia e di Gesù. Il Campo ha avuto inizio domenica 29 giugno, quando i ragazzi intorno alle 17 sono giunti alla “Casa Maria Immacolata” di Fusine. Dopo aver conosciuto gli animatori, i ragazzi hanno preso parte alla visione del noto film della Disney “Il pianeta del tesoro”, che ha svolto un po’ il ruolo di filo conduttore per tutto il campo, sul quale sono state basate tutte le attività, da quelle di catechesi ai grandi giochi organizzati dalla “truppa” di animatori. La colonna sonora del campo è stata la canzone “ci sono anch’io” di Max Pezzali, presente anche all’interno del film. La canzone parla di obiettivi, del credere nei propri sogni, in modo da far capire che ognuno di noi nel mondo è uno, unico e irripetibile e che anche senza uno solo di noi, il mondo sarebbe diverso.

Durante le attività di catechesi i ragazzi hanno avuto modo di ragionare sull’importanza dei valori dell’amicizia e di costruire la propria bussola e il proprio binocolo: la bussola è lo strumento metaforico che ci aiuta a saperci orientare nella vita, ci aiuta a trovare le persone e i valori giusti, mentre il binocolo serve a guardare meglio e più lontano; ci aiuta a guardare verso il nostro futuro. Il percorso dei ragazzi si è concluso, per chi lo desiderasse, con il sacramento della Riconciliazione, dove i ragazzi sono stati guidati a spogliarsi delle “maschere” che ognuno di noi indossa con gli altri e con Dio. Questo è stato anche un modo per distrarsi dalla vita di tutti i giorni, in quanto nell’era di Facebook, Whatsapp e degli smartphone ai ragazzi non è stato permesso portare il telefono, in modo da vivere una settimana all’insegna dello stare insieme e del conoscere nuove persone.

“Tu hai la stoffa per compiere grandi imprese, ma devi prendere in mano il timone, tracciare la tua rotta! E devi seguirla, anche in caso di burrasca! E quando verrà il momento in cui potrai mettere alla prova la qualità delle tue vele e mostrare di che pasta sei fatto... beh, spero di essere lì, a godermi lo splendore della luce che emanerai quel giorno.” Questo è una delle battute più significative di tutto il film. Gli animatori, partendo da qui, hanno fatto capire a ciascun ragazzo ciò di cui lui o lei è capace e che bisogna sempre rincorrere i propri sogni, in modo da poter gridare al mondo un giorno: “ci sono anch’io”. Una vita non si può ridurre ad un campo, ma un campo può cambiare una vita. Un campo è un insieme di emozioni, che è difficile esprimere a parole. Un campo ci può aiutare a riflettere, a considerare parti di noi stessi che forse non pensavamo neanche di avere, ci può aiutare ad incontrare gente nuova e a stringere nuovi legami. Il campo è stato per i 46 ragazzi ed anche per i 20 animatori un’esperienza fantastica ed è stato grazie ad ognuno di loro se è stato possibile renderla tale. Un campo è semplicemente unico e si è concluso con la consapevolezza che a volte un addio è solo un ciao.

Giuseppe Lavanga