COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Un secolo fa si è concluso dopo 4 anni di conflitto la Prima Guerra Mondiale. Per fare memoria del 4 novembre 1918 la Collaborazione Pastorale di Cormòns ha organizzato nella chiesa di San Leopoldo un concerto a cui hanno partecipato l’orchestra de “Gli Archi dei Patriarchie”, diretta dal maestro Giuliano Goruppi e con Tiziano Michielin come violino principale, e il Coro “Haliaetum” della comunità italiana “Besenghi” di Isola d’Istria con soprani Francesca Masini e Gabriella Bencich. Nel concerto sono state eseguite opere di Vivaldi, Haydn, Mozard e Genzo.
Tra le opere eseguite c’era la sonata e la sinfonia al Santo Sepolcro e alcuni brani dello Stabat Mater; dalle “Sette parole di Cristo in croce” di Haydn è stato eseguito “Consummatum est” (Tutto è compiuto).
Tra i brani eseguiti è degno di nota il Miserere di Giacomo Genzo musicista istriao nato nel 1779 e morto nel 1861. Fu organista del duomo di Capo d’Istria e compositore, che ci lasca messe mottetti, salmi, offertori, inni, e sonate. Le sue opere sono andate perdute e poi ritrovate nell’archivio diocesano di Capo d’Istria. Nel concerto del 4 novembre nella chiesa di San Leopoldo è eseguito il Misere, la prima opera riprodotta dopo duecento anni e per la prima volta eseguita al di fuori dell’Istria.
Il concerto in memoria del 4 novembre 2018 è stato inframezzato da letture riguardanti il primo conflitto mondiale: brani tratti dai diari dei soldati al fronte e dagli scritti di Celso Macor. I brani sono stati letti dal gruppo culturale Lis Tarlupulis
Da queste letture esce l’immagine reale della Prima Guerra Mondiale. Una guerra di posizione che logorava l’anima e la mente: “siamo andati al fronte in 176 e siamo tornati in 36 e molti di noi con problemi psicologici”. Una guerra descritta dalla propaganda governativa dell’epoca come una serie di azioni belliche di persone valorose; mentre dai diari degli ufficiali al fronte si descrive che i soldati andavano all’assalto della linea austro-ungarica soltanto per paura di subire la fucilazione, pena inflitta a chi si rifiuta di eseguire gli ordini.
Il brano di Celso Macor è invece la lettera di zio Domenico, classe 1893, a suo nipote che non ha mai conosciuto, perché deceduto nel 1914 in Galizia, regione ai confini con l’Impero Russo, dove sono andati a combattere i ragazzi friulani con la divisa austro-ungarica.
Questa descrizione del conflitto mondale del 1914-18 concorda le parole di Papa Benedetto XV che l’ha definita “l’inutile strage”. Riflessione ripresa da Papa Francesco nel corso dell’omelia al Sacrario di Redipuglia: “la guerra è una follia”.
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