COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
La Società Cormonese Austria ha affidato a un libro la conclusione delle iniziative che in questo ultimi quattro anni hanno rievocato il centenario della prima guerra mondiale. Si intitola “Cormons e Brazzano 1917-1918” e in quasi 200 pagine racconta l’ultimo anno di guerra a Cormons, dalla ritirata di Caporetto alla conclusione del conflitto del 4 novembre 1918. Scritto a più mani – gli autori sono Giovanni Battista Panzera, Franco Femia, Livio Ciancarella e Giacomo Cavalli -, il libro va a completare la storia della guerra in casa narrata nel volume edito dalla Società nel 2015 e che si era soffermato sui primi tre anni del conflitto, dal 1914 al 1917, caratterizzati dalla presenza vicina del fronte e quindi di una massiccia presenza di soldati che portarono a una vera e propria occupazione militare del territorio con tutto quanto comportava.
Il nuovo libro parte dai giorni di fine ottobre del ‘17 che portarono alla disfatta di Caporetto che furono per i cormonesi giorni di terrore e paura. Non solo per i bombardamenti intensi che precedettero il ritorno degli Austriaci, ma per una serie di violenze e ruberie perpetrate dai soldati italiani impegnati nella disordinata ritirata verso il Piave. I più violenti si dimostrarono gli Arditi che incendiato Villa Florio a Brazzano, ben 11 edifici a Cormons e trasformarono la chiesa di Borgnano in una stalla. La gente in quei tre giorni, dal 25 al 28 ottobre lasciava le proprie case e veniva ospitata da parenti e conoscenti sul Quarin oppure si rifugiava di notte in duomo o nella chiesa di Rosa Mistica. Il 1918 fu per questi territori un anno relativamente tranquillo sul fronte militare grazie al fronte che si era spostato, ma non per questo meno difficile: pesavano i danni causati dalla guerra che aveva messo in ginocchio l’agricoltura, fonte di maggior reddito. Più mesi avanzavano più si pativa la fame, i beni di prima necessità, a cominciare dal pane, venivano razionati. Ed era arrivata anche la spaqnola, l’epidemia che ha mietuto molte vittime anche tra la popolazione civile.
Un ampio capitolo del libro è riservato al campo di prigionia di Brazzano realizzato dagli Austriaci: Per la prima volta, grazie alle mappe e a 65 inedite foto, si racconta come un intero paese sia stato trasformato un campo di concentramento dove gli Austriaci avevano convogliato più di mille prigionieri: centinaia di russi arrivavano dal fronte russo e gli italiani dalla battaglia di Caporetto. E per rimanere in tema di detenuti spazio viene dedicato ai cormonesi e brazzanesi che furono fatti prigionieri dai russi e poterono tornare a casa diversi mesi dopo, alcuni anni, dalla fine della guerra.
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