COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
La chiesa, che risale al XVI secolo, deriva da una precedente struttura difensiva, di cui rimangono un terrapieno murato, restaurato nel 1936, e la base della torre, che fu trasformata in campanile e restaurata all'inizio del Novecento. La facciata è semplice, con un portale dotato di stipiti e architrave in pietra del Carso. La torre campanaria, appoggiata al lato sinistro della chiesa, ha quattro bifore e merlatura ghibellina. Sul lato destro, sopra la porta d'ingresso laterale, sono murati due frammenti marmorei altomedievali. Il primo raffigura un genio funebre, alato e con grandi occhi, che se ne sta, appoggiato a una fiaccola, sotto un arco sostenuto da colonnine con capitello liscio. L'altro frammento, murato più in alto, reca un fregio decorativo e un'iscrizione dedicatoria, che le ultime due lettere "CA" hanno fatto ipotizzare indirizzata a Callisto, il patriarca aquileiese che nel 737 abbandonò Cormons per Cividale. Entrambi i frammenti sono databili tra la fine del VII e gli inizi dell'VIII secolo, perciò riconducibili ad un edificio sacro esistito durante il periodo della residenza dei patriarchi a Cormons, dal 628 al 737.
All'interno della chiesa a navata unica con abside si possono notare l'acquasantiera (1550) e il grande altare (1563) attribuito al cividalese Girolamo Ridolfi, pesantemente restaurato alla fine dell'Ottocento. L'altare si compone di due ripiani, ciascuno con tre nicchie e un gruppo scultoreo al centro: al ripiano inferiore San Giorgio e il drago, a quello superiore la Madonna con Bambino e Angeli. Sormonta il tutto una piccola edicola con l'Eterno Padre, al lati della quale stavano in origine le statue di Maria Annunziata e dell'arcangelo Gabriele, sottratte nel 1968. Proprio per difenderla da furti e atti vandalici ha trovato riparo prima presso la chiesa di San Lorenzo, poi presso la canonica di Brazzano la statua della Madonna con Bambino, in legno intagliato e dipinto, attribuita al friulano Giovanni Martini (1470 ea.1521) e originariamente collocata al centro dell'altare laterale ligneo, dipinto dallo stesso Martini.
Lo spiazzo antistante la chiesa permette un'ampia visuale: si vedono la pianura, il colle di Medea e, sulla sinistra, le ultime propaggini del Carso. All'orizzonte, la striscia d'argento che luccica al sole è il mare.
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