COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
La risposta sembra ovvia: tutti risponderebbero chiesa del Cristo. Ma non sempre è stato così. Anzi all’inizio veniva indicata come la chiesa della Madonna della Subida; lo fa già il 24 luglio 1597 il vicario don Mattia Cisilin quando scrive del “Successo del SS. Crocifisso della Madonna della Subida circa i suoi sudori”. E Madonna della Subida viene citata in diversi documenti. In un atto del 15 gennaio 1644, conservato nell’archivio Colombicchio e riportato da monsignor Giuseppe Blasutic nel suo manoscritto “Memoriali cormonesi”, don Gentile Gentillini viene nominato cappellano della chiesa della Madonna della Subida e organista della parrocchiale di Sant’Adalberto.
Erano trascorsi poco più di 40 anni dalla costruzione della chiesa la cui prima pietra venne posta il 26 agosto 1597 in seguito alle miracolose gocce di sudore che sgorgarono da un crocifisso che si trovava in un’ancona posta sulla strada che portava, e porta ancora, a Medana. Questo lo sappiamo da una fedele cronaca riportata su un libro parrocchiale dal vicario don Matteo Cisilin, un sacerdote che fu anche cronista molto attento ai fatti che accadevano a Cormons tanto si deve a lui la fedele cronaca della posa della prima pietra del convento e della chiesa dei Cappuccini avvenuta nel giorno di Pentecoste del 1614.
Ebbene come riporta don Cisilin i lavori per la costruzione della nuova chiesa della Subida iniziarono il 25 luglio: “s’incominciò a cavar le fonda et spianar il luogo della chiesa et alli 26 ore 19 incirca fu messa la prima pietra fondamenta da me vicario alla presenza el nobile sign. Bernardino del Mestri, de m. Francesco Colusso podestà et l’assistenza dei muratori sig. m. Francesco d’Importis capo et altri guastatori al nome di Iddio et del Santissimo Crocifisso postea fatta orattione et letto un’evangelo (…)”.
La chiesa venne realizzata in pochi anni grazie al contributo dei nobili, del Consiglio dei dodici e di tutta la comunità cormonese senza alcuna prescrizione da parte del Patriarca sebbene i fatti del 23 luglio non vennero mai ritenuti miracolosi da parte delle autorità ecclesiastiche. E allora come si spiega che nessun ostacolo venne posto per la costruzione della chiesa e per il suo titolo alla Madonna riportato nei documenti successivi? Una spiegazione la fornisce pre’ Tite Falzari in “Le chiese di Cormons”, che sostiene che il progetto di costruire in quel luogo una chiesa era precedente ai fatti descritti da don Mattia Cisilin. Pre’ Tite rafforza questa sua tesi riportando un episodio risalente al 1596 quando Isonardo Castellano, sospeso a divinis dall’arcivescovo per il proscioglimento della censura, fu costretto a pagare 30 ducati per ornare “la chiesa della Subida da costruirsi”.
I fatti del 1597 probabilmente accelerarono un progetto che era già stato ideato e che presumibilmente riguardava l’allargamento di una cappella dedicata alla Madonna che giù si trovava sul luogo.
Si cita la chiesa della Madonna della Subida ancora nel 1702 quando la comunità decise di fornire la chiesa di un nuovo altare in marmo e affidò i lavori all’architetto goriziano Pasqualino Lazzarini. E ancora nel 1737 la chiesa viene denominata come Madonna della Subida. Il nome di Cristo della Subida prese il sopravvento con il passare degli anni dando ufficialità a quanto il popolo affermava da sempre richiamandosi ai fatti miracolosi del 1597. <Per questo motivo la chiesa venne sempre conosciuta e venerata dai fedeli come la chiesa del Crocifisso o del Cristo o semplicemente della Subida come tale è arrivata fino a noi. D’altra parte non è la prima volta che il popolo chiami con altri nomi le chiese: esempi non mancano a Cormons dove i fedeli, legati alla statua della Madonna, chiamano di Rosa Mistica la chiesa di piazza Libertà intitolata invece a Santa Caterina; oppure quella di Sant’Apollonio che ha invece il nome di Santa Maria, la chiesa della B.V. del Soccorso sul Quarin viene ricordata dagli anziani anche con il nome di Sant’Anna per la presenza all’interno di una statua che raffigura la santa come basilica di Santa Lucia per la presenza all’interno di un affresco che raffigura la santa.
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