COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
E’ rientrato per alcuni giorni, dal Messico, il “nostro” Padre Mario Picech. Come sempre si è messo a disposizione delle Comunità per la celebrazione delle Sante Messe o per incontrare i ragazzi ai Campi Estivi. In questa estate, afosa e strana, Padre Mario è stato provvidenza sia per l’aiuto liturgico sia per il suo essere testimone di una Chiesa che sta in periferia… o forse di una Chiesa che sta al centro mentre noi stiamo in periferia.
Sul numero 31 del 30 luglio 2017 di “Credere, la gioia del Vangelo” , Padre Mario ha rilasciato una bellissima intervista che desideriamo riprendere in parte. Come sappiamo Padre Mario, da alcuni anni, vive la sua esperienza di gesuita come cappellano del carcere di massima sicurezza “Islas Marias", sull’isola Maria Madre, in Messico, una notte di navigazione, a 112 chilometri dalla costa.
Afferma Padre Mario: “Il Signore mi ha dato la grazia di vivere gli stessi sentimenti dei detenuti: la nostalgia per la famiglia, la gratitudine per chi ti ha dato la vita, per le amicizie… la detenzione porta a interiorizzare i sentimenti, a renderli più profondi”.
E ancora: “l’esperienza del carcere ha approfondito la mia Fede. Soprattutto nei primi anni, quando celebravo con centinaia di detenuti dopo una settimana di privazioni, avvertivo l’intensità dell’attesa per quell’incontro, tra noi e Dio. Vedere che la sera alcuni si mettano in ginocchio per recitare il Rosario è qualcosa che ancora mi tocca il cuore”. Una delle esperienze più intense è il fine pena dei detenuti: infatti, prima di lasciare l’isola, chi vuole può rileggere la sua esperienza detentiva insieme al cappellano carcerario. Sottolinea Padre Mario: “il carcere è un po’ come la vita di un monaco: alcuni detenuti descrivono la reclusione come un tempo in cui hanno ritrovato la relazione con Dio e con se stessi. Dai colloqui emerge un cammino di conversione che avviene nel momento più difficile della detenzione. Ho il privilegio di fare memoria della dimensione più profonda della persona: il desiderio di bene che c’è in ognuno. E di sperimentare come non venga vinto dal male”. Quest’esperienza, conclude Padre Mario, “è uno dei regali più intensi: mi ha aiutato a riconoscere come il Signore si muove nel mondo in maniera inaspettata. E per noi del tutto imprevedibile”.
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