COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Non poteva che iniziare da Bruxelles, capitale dell’Unione europea, il viaggio della mostra “Collio-Brda 1915-1917, soldati tra vigneti e ciliegi”, presentata per la prima volta a Cormons lo scorso novembre dall’Associazione Cormonese-Austria. Ed è la stessa associazione che ha curato la mostra a Bruxelles in collaborazione con la Regione. La rassegna è stata inaugurata mercoledì 10 maggio nella sede di rappresentanza della Regione da Franco Iacop, presidente del Consiglio regionale. Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Cormons Luciano Patat, l’assessore comunale Elena Gasparin e il presidente di Cormonese-Austria Giovanni Battista Panzera. Per l’occasione è stata presentata ai parlamentari europei italiani la candidatura del Collio-Brda a patrimonio dell’Unesco; a farlo è stata una rappresentanza del Comitato scientifico guidata dalla delegata Unesco per l’Isontino architetto Elisa Trani, dal sindaco di Dolegna Diego Bernardis, dal sindaco di Casteldobra-Dobrovo Franc Muzic.
La rassegna, attraverso le fotografie, alcune anche inedite, provenienti da archivi statali e collezioni private, vuole raccontare come un territorio sia stato sconvolto dalla guerra. Tutto iniziò quando, il 24 maggio 1915, il Collio venne occupato da soldati che si insediarono in quello che era il retro fronte dell’Isonzo. Vi installarono baracche, depositi, ospedali da campo occupando le case ed estirpando vigneti e frutteti per le postazioni di artiglieria che dovevano colpire il nemico austriaco oltre l’Isonzo. A sua volta i cannoni austriaci rispondevano con le loro bocche da fuoco seminando distruzioni e distruggendo interi paesi soprattutto quelli più vicino al fronte. La mostra vuole dimostrare in particolare che la guerra non era solo al fronte ma colpiva soprattutto il suo retroterra. Le macerie e le rovine di castelli, case della povera gente, chiese completamente distrutte con intatti solo qualche crocefisso o statue della Madonna. Cormons, Medana, Dobra, Vipulzano, Quisca, San Martino, Cosana, San Floriano, Lucinico, Piedimonte-Podgora e altre località. “Si tratta certamente di una importante e utile operazione della memoria - ha scritto Iacop nella presentazione del catalogo -, che è ricostruzione storica e culturale, in equilibrio tra storia e microstoria, con uno sguardo sulla vita della gente e delle comunità, purtroppo non solo sul fronte ma anche nell’entroterra” -
La mostra si accompagna a un elegante catalogo plurilingue che, oltre a riportare immagini esposte, vuol far conoscere anche la storia e le tradizioni di un territorio dove ora si percorrono le vecchie strade di sempre, non più interrotte dalle sbarre di confine. Gli abitanti del Collio, e in particolare i turisti che sempre più numerosi vi accedono da tutta Europa, possono percorrerlo senza limitazioni riappropriandosi di un magnifico territorio che, per la dolcezza delle colline, per il colpo d’occhio dei vigneti coltivati con ordine, per i contenuti di cultura e tradizioni, per le chiese, per i castelli e la storia che le loro possenti mura raccontano, per l’amenità e per l’armonia del suo paesaggio rimane davvero un “unicum”.
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