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Incontro "Cormòns accoglie i richiedenti asilo"

Incontro "Cormòns accoglie i richiedenti asilo" - 05-05-2015

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Martedì scorso in Sala Civica si è svolto l’incontro “Cormòns accoglie i richiedenti asilo” in una Sala Civica gremita di persone. L’iniziativa è stata promossa dal Comune di Cormons in collaborazione con E’ Qua, la Parrocchia di Sant’Adalberto e l’Associazione Cultura Globale.

Gli ospiti presenti erano il dott. Gianfranco Schiavone, presidente dell’ICS Ufficio Rifugiato Onlus di Trieste, don Valter Milocco direttore aggiunto della Caritas Diocesana, il dott. Walter Tosolini, sindaco di Nimis ed infine Angela Lovat, rappresentante della ONG “Ospiti in arrivo” di Udine. Nel ruolo di moderatore era presente don Andrea Bellavite.

La finalità dell’incontro era quella di informare la cittadinanza sulla questione dei richiedenti asilo, incentrandosi in particolare sulla disponibilità data dal Comune di Cormons ad ospitare 15 persone sul proprio territorio, attraverso un tipo di accoglienza diffuso.

La serata si è aperta con il saluto dell’Amministrazione Comunale, da parte del vice sindaco Lucia Toros, e del Parroco don Paolo Nutarelli, che hanno rimarcato come la prima forma di accoglienza sia l’ascolto e la conoscenza.

Il dott. Schiavone, la cui Onlus avrà in gestione i richiedenti asilo che arriveranno a Cormons, ha cercato di delineare la situazione internazionale e nazionale in cui ci troviamo. Non ha nascosto che la crisi nell’accoglienza e le tensioni risentite dalla popolazione siano dovute principalmente a due fattori: un aumento degli arrivi di persone che richiedono l’asilo nel nostro Paese e al contempo la completa mancanza di programmazione del sistema nazionale di protezione per queste persone. Il diritto internazionale ed anche la nostra Costituzione riconoscono il diritto di chi fugge da persecuzioni, guerre o altre catastrofi di vivere nel nostro Paese, ma l’Italia ha sempre affrontato l’accoglienza di queste persone come un’emergenza, con soluzioni temporanee. La compresenza di questi fattori, assieme ad un’ampia disinformazione, hanno portato a creare forti preoccupazioni in diverse realtà locali, vedasi i casi di Gorizia e più recentemente Udine. Schiavone ha poi riportato sinteticamente i risultati positivi della situazione di Trieste, dove attualmente sono presenti 650 rifugiati in un sistema di accoglienza diffusa, con case e abitazioni sparse sul territorio. L’obiettivo è di raggiungere e non superare lo 0,2 % di rifugiati in rapporto alla popolazione locale residente.

Ha preso quindi la parola il Sindaco di Nimis Walter Tosolini, riportando l’esperienza di accoglienza positiva della propria comunità. In un Comune di poco meno di tremila abitanti sono infatti stati ospitati 32 richiedenti asilo, alloggiati in un albergo locale e gestiti dalla Caritas Diocesana di Udine. Il Sindaco ha spiegato, in maniera franca ed esplicita, come abbia cercato di favorire l’integrazione di queste persone all’interno della comunità: insegnamento della lingua italiana, dell’educazione civica e della Costutizione, lo svolgimento  volontario di lavori socialmente utili svolti, la formazione in materia di sicurezza sul lavoro. Tutto questo è stato possibile, dopo un primo periodo di tentativi poco strutturati , grazie ad un protocollo d’intesa firmato con la Caritas e la Regione, che ha stanziato dei fondi proprio per lo svolgimento di quest’attività. Il Sindaco ha però sottolineato come sia stato di fondamentale importanza il ruolo della comunità locale: i cittadini, infatti, hanno spinto e permesso l’accoglienza di queste persone, facendo anche da tutor nello svolgimento dei lavori volontari.

E’ stata poi riportata, per bocca di Angela Lovat, l’esperienza recente di Udine: dallo scorso giugno, infatti, l’incremento di arrivi in tutta la Regione ha fatto sì che ci fossero sempre decine di persone richiedenti asilo prive di qualsiasi tipo di forma di accoglienza, senza quindi un posto dove stare e cibo per sostenersi. Angela ha spiegato come sia quindi nata la ONG, formata da volontari che dedicano il proprio tempo e le proprie risorse per cercare di garantire assistenza a tutte queste persone che non riescono a rientrare in alcuna convenzione d’accoglienza.

Don Valter Milocco ha quindi raccontato brevemente l’esperienza di Gorizia, dove l’urgenza di trovare una soluzione per le decine e decine di persone accampate ha portato a forzare e concentrare l’accoglienza in piccole comunità, che quindi si sono sentite spaventate e preoccupate. L’obiettivo della Caritas, quindi, non dovrebbe essere principalmente l’accoglienza di queste persone, ma l’educazione e la sensibilizzazione della comunità cristiana all’accoglienza.

Ha infine preso la parola il Sindaco di Cormòns Luciano Patat, spiegando il percorso compiuto dal Comune, e la strada ancora da percorrere, nell’ospitalità di richiedenti asilo o rifugiati. Dopo aver dato fin da subito la disponibilità a ricevere un discreto numero di persone, dopo la formulazione di diverse ipotesi tra cui quella di recuperare un alloggio di proprietà dei frati francescani, si è finalmente giunti alla stesura di un progetto ed una convenzione tra la Prefettura, il Comune e l’ICS Onlus di Trieste. L’obiettivo è di riuscire a trovare alcune case private da affittare per l’accoglienza di quindici richiedenti asilo, molto probabilmente provenienti dall’Afghanistan presenti ora a Gorizia. La speranza è di riuscire a far partire il sistema già nel mese di maggio. Anche se la gestione sarà affidata interamente all’ICS, il Sindaco ha rimarcato la volontà di coinvolgere le diverse associazioni presenti sul territorio per permettere la conoscenza e l’integrazione di queste persone.

A seguito degli interventi degli ospiti, si è svolto un breve dibattito in cui alcuni cittadini hanno espresso le proprie opinioni o rivolto domande a chi aveva precedentemente parlato.

Il Parroco don Paolo Nutarelli ha infine ricordato i concetti espressi in tante altre occasioni: per chi crede nel Vangelo, l’accoglienza è un comportamento inevitabile. Il flusso di persone che fuggono da persecuzioni, guerre o altre catastrofi purtroppo non è destinato a scomparire; perciò, davanti ad un fenomeno che c’è e non si può cancellare, bisogna solo domandarsi come governarlo e come reagire di fronte a queste persone, soprattutto quando le nostre comunità sono chiamate ad ospitarle concretamente.

La soluzione più giusta e potersi muovere in sinergia con le altre associazioni ed enti presenti sul terriorio, ma anche con le singole persone che vogliono essere solidali e dare una mano.

Teniamo bene a mente le parole del Vangelo di Matteo (25, 35-36) “Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.” L’accoglienza, per chi crede e professa il Vangelo, non è un’eventualità.

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