COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
I rompinscena grazie al musical “A qualcuno piace caldo” hanno fatto rivivere, sabato 26 aprile al Teatro Comunale di Cormòns, le atmosfere americane di fine anni '20 condite dal proibizionismo, dalla criminalità organizzata (i gangster) e dalle sonorità jazz. La storia è quella di due musicisti, il sassofonista Joe e il contrabbassista Jerry, rimasti senza lavoro perché hanno suonato nel locale dove è avvenuta la strage della sera di San Valentino del 1929 a Chicago. Disoccupati decidono di andare a suonare in Florida con una band jazz femminile. Per far ciò si travestono da donna e si fanno chiamare Josephine e Daphne. Joe e Jerry, ovvero Josephine e Daphne sono stati interpretati da Simone Cappello e Paride Solomita. Simone Cappello e Paride Solomita hanno interpretato in modo magistrale sia il ruolo di Joe e Jerry che quello di Josephine e Daphne.
Accanto a Josephine e Daphne in quella orchestra femminile di jazz, diretta da Chicago al caldo della Florida, ci sono altre due “infiltrate”: due novizie Maria e Cristina, inviate dalla madre superiora per conoscere un nuovo genere musicale “demoniaco”, il jazz. Giacomo Brandolin è riuscito a rendere bene le paure e i sospetti che una madre superiore poteva avere riguardo il jazz alla fine degli anni '20. A recitare la parte di suor Maria e suor Cristina sono state Marianna Braida e Lucrezia Casson che hanno saputo interpretare anche la crisi esistenziale di due ragazze che hanno scelto di vivere la loro vocazione scegliendo la consacrazione.
Sulla tracce delle quattro infiltrate dell'orchestra, ovvero due infiltrati e due infiltrate, ci sono messe in marcia alcune persone. I primi sono il commissario Tyler, interpretato da Francesco Marcon, e i suoi agenti, che volevano interrogare i musicisti Joe e Jerry unici testimoni della strage avvenuta nel locale jazz di Chicago. Alla ricerca dei due jazzisti travestiti da donne c'è anche il gangster Ghette che voleva uccidere i soli testimoni della strage di Chicago. Ghette è stato interpretato dal giovane Marco Rivolt che ha incantato con la sua voce tutto il pubblico presente nel Comunale cormonese. La storia è condita da innamoramenti, più o meno opportunistici delle jazziste, inseguimenti e battute a doppio senso. La frase che rimane più impressa è quella detta da suor Cristina che decide di continuare la sua vocazione in un altro ordine religioso più aperto al mondo, perché ha capito che a creare la bellezza della musica, e anche del jazz, è stato quel Dio, che ama ogni uomo, a cui lei decide di donarsi completamente.
Il musical si è aperto da un lancio dello spettacolo della compagnia teatrale dei Rompini. I Rompini sono un gruppo di recitazione formata da ragazzi delle scuole elementari e medie della Parrocchia di Cormòns costituita all'interno dei Rompinscena. Lo spettacolo dei Rompini si è svolto mercoledì 30 aprile alle 20.30 sotto il tendone del Ric.
Un grazie, anche quest'anno, va a Andrea Femia, regista e animatore della compagnia teatrale, perchè ormai da anni riesce a proporre ai giovani attori nuove sfide educative. Aver deciso di interpretare una commedia in cui alcuni personaggi non sono dei modelli di “buni cristiani” e di virtù è un'occasione pedagogica per far riflettere, in modo divertente e non per questo superficiale, quanto il male e l'egoismo sono presenti nella società. Per essere adulti bisogna riconoscere ciò per non essere attratti da scelte che non portano alla felicità piena e alla vera libertà che si raggiungono solo scegliendo il bene.
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