Il silenzio della Croce diventa la gioia dell'incontro del Risorto sulle strade del mondo

L'Unità Pastorale di Cormòns, come ogni anno in comunione con la Chiesa Universale, ha celebratola la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù nella liturgia del Triduo Pasquale. Non è stato un mero ricordo, ma un memoriale, perché per il discepolo di Gesù celebrare la Pasqua non significa ricordare fatti avvenuti nel passato, ma un atto che ci rende partecipi di un evento.

Giovedì Santo nella Celebrazione Eucaristica solenne l'omelia del parroco, mons. Paolo Nutarelli, si è concentrata su tre parole mangiare, servizio e dono che sintetizzano il significato dell'Eucarestia. Mangiare: la cultura attuale del piacere fine a se stesso e del godimento che ci stordisce ci spinge a consumare cose. Il risultato di questa cultura sono le persone spente e grige che hanno perso la capacità di sognare. Gesù ci insegna che non di solo pane vive l'uomo, ma anche di idealità, sogni e progetti. Contro queste culture alcuni genitori della comunità parrocchiale di Cormòns hanno permesso ai loro figli esperienze di gratuità: ad esempio volontariato in Africa, servizi in comunità di accoglienza. La seconda parola è il servizio. Gesù si china e lava i piedi degli apostoli: un gesto di servizio, di accoglienza, di amore e di gratuità. Lavare i piedi significa ridare dignità a chi l'ha persa, a chi non sa di averla, a chi necessita di una mano. Come discepoli di Gesù dobbiamo interrogarci quanto del nostro tempo dedichiamo al servizio. Infine il dono: Gesù nell'ultima cena si fa dono. In quel pane spezzato è la Sua vita offerta. Gesù invita tutti coloro che siedono alla sua mensa, cioè a tutti coloro che vogliono avere un posto nella sua gioia e nel suo progetto di amore, a donarsi.

L'Azione Liturgica del Venerdì Santo è stata per la parrocchia di Cormòns un'occasione per vivere intensamente il silenzio in una società del chiasso e del rumore. Tutta la liturgia era improntata appunto nel silenzio. Il silenzio, ha ricordato donpi, non solo della Croce di Gesù, ma di tante croci che anche i cormonesi vivono: il lutto, la malattia, le difficoltà di rapporto con i propri familiari o il coniuge, la perdita del lavoro. Questo silenzio è continuato anche nella Via Crucis notturna sul Monte Quarin. Dove ad aiutare a riflettere sulla Passione di Gesù sono state le parole di Papa Francesco scritte nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium.

Questo silenzio si è trasformato in gioia nella Notte Santa della Pasqua quando nella Veglia è risuonato ancora una volta l'annuncio della resurrezione. Tutta la bella e solenne liturgia ruota intorno, infatti, all’annuncio della bella notizia, Vangelo appunto: Il sepolcro è vuoto. Non c’è alcun corpo da conservare, non c’è alcun rito da compiere per onorare un defunto. Commentando il brano del Vangelo proclamato nella Veglia Pasquale don Paolo Nutarelli ha detto: “nel testo di Matteo Gesù non appare al sepolcro, ma lungo la via. Questa annotazione mi dice che chi vuole incontrare Gesù, deve cercarlo per le strade della vita, non in una tomba. Celebrare la Risurrezione significa crescere nella consapevolezza che si può incontrare il Signore nel fiume della nostra vita quotidiana, lungo le vie del mondo.”