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LA SFIDA DEL MONDO AGRICOLO: L'ETICA DEL LAVORO

Festa del Ringraziamento a Cormòns (21/11/2010)GIORNATA DEL RINGRAZIAMENTO A CORMONS

A colloquio con la sezione cormonese della Coldiretti

Domenica 21 novembre anche a Cormòns, come altri centri della provincia, ha celebrato l’annuale Giornata del Ringraziamento, appuntamento tradizionale novembrino, a chiusura dell’annata agricola. Quest’anno ricorre il 60esimo anniversario della Giornata, nata appunto nel 1951 per iniziativa della Coldiretti e fatta propria nel 1974 dalla Chiesa Italiana che ne ha fatto anche un appuntamento ecclesiale.

“Questa giornata – scrivono i vescovi nel loro messaggio per la giornata nazionale svoltasi quindici giorni or sono a Bologna – è anche un’occasione importante di riflessione sui problemi che il mondo rurale sta vivendo, acuiti dal protrarsi degli effetti di una crisi economica e finanziaria di portata mondiale. Tutti abbiamo toccato con mano i pericoli di una finanza disgiunta da un’economia di produzione reale. Siamo anche consapevoli della fragilità di un sistema economico che, per sostenersi, ha bisogno di accrescere a dismisura i consumi di massa. È sempre più difficile il corretto bilanciamento fra la salvaguardia dell’ambiente e la necessità di assicurare posti di lavoro alle nuove generazioni”.

Dei problemi dell’agricoltura in generale e di quella locale in particolare abbiamo parlato con il vicepresidente della Coldiretti Adriano Gall e con il presidente della sezione cormonese Mauro Drius.

“Anche il settore agricolo – sottolineano – risente ovviamente della crisi economica mondiale e degli effetti della globalizzazione che significa, in buona sostanza, difficoltà di stare sul mercato. A livello locale qualche azienda ha dovuto chiudere l’attività, anche se sono numeri non importanti sono comunque segnali della crisi che sta aggredendo anche il nostro settore. L’annata da poco conclusa è stata un’annata di chiari e scuri legata, ovviamente, anche all’andamento climatico”.

“Per la produzione vinicola, il settore principe del nostro territorio, l’annata si è caratterizzata da una vendemmia non proprio facile. Al periodo siccitoso sono seguite le piogge che hanno portato ad un compattamento dei tempi della vendemmia, per raccogliere un prodotto che si è rivelato comunque valido. Sul mercato il vino ha subito un rallentamento nelle vendite, comprensibile se si pensa che il vino è un prodotto voluttuario e come tale più sensibile al taglio dei consumi tipico delle crisi economiche. Vi sono comunque segnali di ripresa anche perché il mercato americano, uno dei principali cui si rivolgono i nostri produttori, da segnali di crescita. Va detto che le aziende del nostro territorio, brave a produrre un vino di qualità e capaci di diversificare il prodotto, reggono l’impatto della crisi anche se il futuro resta comunque difficile”.

“Nel campo dei cereali l’annata è stata buona – dicono ancora Gall e Drius - ed anche i prezzi hanno dato un buon reddito. C’è però da dire che tale situazione è contingente, nel senso che ha risentito in modo particolare della situazione creatasi in Russia nel corso dell’estate con gli incendi che hanno distrutto le coltivazioni. Non c’è da sperare molto, insomma, ad una stabilizzazione remunerativa dei prezzi”.

“Il settore, insomma, rimane in balia di un mercato senza regole con soluzioni che, se per altri settori dell’economia risulterebbero utili, per l’agricoltura diventano improponibili: pensiamo alla riconversione della produzione che richiede comunque tempi lunghi oppure alla delocalizzazione che è praticamente impraticabile”.

Quali quindi le soluzioni?

“La strada – sottolineano Gall e Drius – è quella che da tempo la Coldiretti ha intrapreso: quella cioè di salvaguardia dei nostri prodotti e di un’educazione dei consumatori. Un esempio lampante in tal senso: recentemente è stato aperto nel centro di New York un negozio che vende prodotti “made in Italy”; ovviamente in quel negozio non c’era nemmeno un alimento prodotto in Italia eppure c’era la fila di consumatori a comprare. In secondo luogo, non meno importante, l’educazione del consumatore al fine di fargli comprendere cosa realmente acquista e consuma. In questo senso va l’iniziativa “Campagna Amica” intrapresa dalla Col diretti che vuole appunto educare il consumatore con la presenza dei produttori agricoli nei marcati cittadini per la vendita diretta dei loro prodotti che è necessaria, oltretutto, per tagliare i costi aggiuntivi che fanno lievitare il prezzo finale. Si pensi, concludono Gall e Drius, che da un’analisi di mercato al produttore non resta che il 17% del prezzo al consumo”.

L'impegno della Coldiretti si può riassumere in una parola che spesso è di facile consumo ma di rara applicazione: etica del lavoro. Gli stessi vescovi lo affermano: “si tratta di diffondere comportamenti etici che facciano emergere la dimensione sociale dell’agricoltura, fondata su valori perenni, da sempre fecondi, quali la ricerca della qualità del cibo, l’accoglienza, la solidarietà, la condivisione della fatica nel lavoro”.

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