COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Domenica 14 novembre è stata festa per le Comunità Parrocchiali di Borgnano, Brazzano, Cormòns e Dolegna, perché sono stati presentati i 55 bambini che quest'anno si preparano alla Festa di Prima Comunione. Una domenica di festa per tutti e non solo per le famiglie di coloro che si preparano alla Prima Comunione, perché l'iniziazione cristiana non è un compito soltanto delle famiglie e dei catechisti, ma dell'intera comunità. La comunità cristiana, infatti, deve annunciare con il suo esempio la bellezza di essere cristiani e di far parte di una comunità “famiglia di famiglie”.
Durante la Celebrazione Eucaristica delle ore 10.00 nel Duomo di Cormòns i ragazzi della Prima Comunione hanno ricevuto dalle mani del Parroco il sussidio e si sono impegnati davanti alla comunità a partecipare assiduamente agli incontri di catechesi per prepararsi adeguatamente alla Festa della Prima Comunione che sarà celebrata il 14 maggio.
LA BELLEZZA E LA FATICA DI ANNUNCIARE IL VANGELO OGGI
La festa della presentazione dei bambini che celebreranno la festa di prima Comunione è anche un'occasione per ringraziare le catechiste che si impegnano ad accompagnare i bambini ai Sacramento della Riconciliazione e Comunione. Ricordiamo qui i loro nomi: Marisa Martelli, Marisa Maurigh, Concetta, Isabella, Suor Giampaola, Manuela, Franca, Claudia, Barbara, Teresa, Giuliana, Pina, Nadia, Barbara. La comunità deve essere riconoscente per la passione che mettono nel loro servizio e per il tempo che dedicano sia negli incontri di catechesi che nella loro formazione . Sentiamo ora la testimonianza di due catechiste: Nadia e Concetta.
Nadia, quali sono le motivazioni che ti hanno spinto cinque anni fa ad accettare il mandato di catechista per i bambini che si preparano alla Festa del perdono e della Prima Comunione?
Quando don Sergio Ambrosi, allora parroco di Cormòns, mi ha chiesto la mia disponibilità io ho pensato di accogliere la sua richiesta, perché era un modo per rispondere alla gratitudine verso molte persone (sacerdoti, suore e laici) che fin dalla mia infanzia mi hanno stimolato, insegnato e testimoniato la fede in Gesù. Il mio sì era contraccambiare il bene che ho ricevuto. La mia scelta era anche in continuità con il mio passato di capo scout. Esperienza che mi ha insegnato i valori dell'accoglienza e attenzione verso ogni persona, l'”imparare facendo”, la vita in comunità e la gioia dell'annuncio. Il mio sì è stato anche in continuità con l'esperienza del gruppo missionario, di cui continuo ad essere un componente. Fare la catechista mi fa rispondere al mandato tipico dei missionari inviati ad annunciare la Buona Notizia: per me nella mia comunità e non in terra d'Africa.
Quali sono i sogni che hai verso i ragazzi che accompagni alla Festa di prima Comunione?
Il mio sogno verso i ragazzi è che loro si sentano accolti per ciò che sono e noi catechiste riusciamo a creare una relazione educativa positiva come Gesù riusciva a creare con le persone che incontrava. Far sentire ai bambini che “io credo in te” cioè “ho fiducia in te”, perché negli altri ambiti extrafamiliari è difficile che oggi i bambini trovino questo. I ragazzi di oggi sono pieni di cose e di impegni, ma poveri di adulti che sazino la loro sete di sapere e curiosità. Hanno fame di adulti che testimonino che non devono avere paura, perché c'è un Papà in cielo che li ha creati e li vuole bene.
Vorrei anche condividere un sogno che ho verso le famiglie. Il mio sogno è che i genitori si riapproprino del loro ruolo di primi annunciatori della fede. Per questa ragione saranno organizzati in parrocchia degli incontri di formazione per i genitori dei bambini.
Quanto è importante la formazione vostra nel servizio che offrite alla comunità cristiana?
La formazione è indispensabile. Prima di iniziare gli incontri di catechesi con i bambini partecipiamo alla formazione dei catechisti a livello diocesano che si svolge a Romans d'Isonzo. Questi quattro giornate di formazione danno una carica per iniziare con entusiasmo l'anno catechistico. La formazione continua a livello parrocchiale con incontri di formazione bimestrali. Il confronto che avviene nel gruppo di catechiste è estremamente stimolante, perché ogni catechista è portatrice di un bagaglio di esperienze e di formazione diverso. Questa diversità fa nascere un dialogo stimolante all'interno del gruppo capace di far crescere tutti i componenti.
Parlando di altre agenzie educative: riuscite a lavorare in rete?
E' difficile lavorare in rete con con gli altri soggetti del territorio: scuola, associazioni sportive, ecc.. Più facile invece è relazionarsi con l'associazionismo cattolico: AGESCI e AC. I capi scout e gli educatori dell'Azione Cattolica, solitamente ogni anno, presentano ai ragazzi della catechesi le loro associazioni. Le due associazioni possono diventare una via per continuare il cammino iniziato con la catechesi. Sviluppare la rete con l'AGESCI e l'AC ci aiuterebbe a far percepire ai bambini e ai loro genitori che la parrocchia è una “famiglia di famiglie”: luogo di incontro, confronto delle diversità.
Concetta, tu sei tra le catechiste che vantano più anni di esperienza nella catechesi. Come sono cambiati nei tuoi anni di servizio i bambini?
I bambini sono molto cambiati da quando ho iniziato a fare la catechista. I bambini di oggi sono pieni di impegni e l'avvento dell'era digitale (videogiochi, playstation, internet) fanno sì che sono più stanchi e meno abituati a relazionarsi con i loro coetanei. Questo comporta un calo nella loro capacità di attenzione e una difficoltà a relazionarsi correttamente con gli altri bambini e con i catechisti.
Hai notato anche dei cambiamenti nelle famiglie?
Purtroppo incontriamo molti bambini i cui genitori sono separati o divorziati. Noto in alcuni casi un iperprotezione dei loro figli che denota una paura di sentirsi inadeguati nel loro compito genitoriale. Bisogna però sottolineare che oltre il 90% delle famiglie iscrivono i loro figli alla catechesi in preparazione ai Sacramenti, segno che vogliono mantenere l'impegno che hanno preso nel giorno in cui hanno battezzato i loro figli. Inoltre metà delle famiglie hanno capito che la catechesi non è solo una preparazione ai Sacramenti, ma è un'educazione permanente. Molti bambini, infatti, continuano il percorso formativo con i gruppi di catechesi dopo-comunione e delle medie.
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