Benvenuto tra noi, Vescovo Carlo

Domenica prossima l' Arcivescovo Carlo per la prima volta, in modo ufficiale, visiterà la nostra Unità Pastorale. Alle ore 10.00 lo accoglieremo nel Duomo di Cormons. Sarà l' occasione per "vederlo da vicino" e iniziare a conoscersi un pò di più. sarebbe bello che potesse scorgere nei volti la bellezza della nostra Chiesa e le sue tante peculiarità.

Mons. carlo Randelli porterà un saluto ai presenti per poi spostarsi a Dolegna, dove alle ore 11.00 presiederà la Solenne Celebrazione Eucaristica nella giornata del Ringraziamento.

Il Vescovo Carlo, che il 4 novembre ricorda il suo santo protettore, fu ordinatao sacerdote del Cardinale Martini. In un piccolo saggio l' allora Arcivescovo di Milano cosi ha scritto parlando della figura del vescovo:

"Nel corso dei secoli la figura episcopale ha avuto diverse fisionomie (...) ma nel nostro tempo? Nella net genertaion qual è il tratto che più si addice a un incarico che riassume in sè tante e tali sfaccettature da renderlo unico? (...) Vorrei tentare di descrivere alcune caratteristiche che pongono il vecsovo a suo agio nel mondo contemporaneo e postmoderno. Non trovo in esso solo delle connotazioni negative, al contrario mi sembra un modo che costringe a una vera serietà di propositi e azioni. Prima di tutto, in ordine di valori, metterei l' integrità. Occorre che il vescovo sia una persona integra e onesta, chi loincontra deve scorgervi con facilità e chiarezza una obbedienza volenterosa alle leggi dello Stato. Il libro dell' Ecclesiaste insegna :<<Non dire "come mai i tempi antichi erano migliori del presente", perchè una domanda non è ispirata a saggezza.>>(Qo7,10). Trovo csonveniente che si possa ancora rimbrottare a qualche convocazione per il fatto che altri non sono venuti. Una seconda caratteistica è la lealtà. Ci vogliono uomini capaci di dire il vero, capaci di non mentire mai e per nessun motivo. Uomini che non siano mai stati colti "con le mani nel sacco", ossia che non traspira dalla loro vita alcun atteggiamento di nascondimento rispetto alle regole e alle norme da osservare. Terzo tratto del vescovo nel postmoderno sarà la pazienza, virtù antichissima, eppure sempre necessaria. Il cardinale Giuseppe Siri di genova soleva dire: cinque sono le virtù del vescovo: primo, la pazineza; secondo, la pazienza; terzo, la pazienza; quarto, la pazienza; quinto, la pazienza con coloro che ci invitano ad avere pazienza.

Quarto, il vescovo deve essere l' uomo della misericordia. La tanta sofferenza di questo mondo, l' immenso dolore e la tanta disperazione, chiedono che la Chiesa eserciti tutta la sua funzione di madre amorevole attenta e premurosa. Che sia capace di offrire motivi di speranza a tutti coloro che "camminano nelle tenebre o nell' ombra della morte" (Le 1,79). Vorrei ancora aggiungere la buona educazione, la dolcezza del tratto, la fermezza paterna, l' amore per il bello e le sue forme. Questo perchè non sia abbia l' impressione di parlare con un "automa", troppo rigido e troppo sicuro delle proprie risposte. Un uomo umile, che vince le durezze con la propria dolcezza, che sa essere discreto, che sa ridere di sè e delle proprie fragilità. Che sa rimettersi in discussione, che sa riconoscere i propri errori senza troppe autogiustificazioni. Dunque anzitutto un uomo vero. Ma tutto questo non si potrà ottenere se non mettendo al centro di tutto l' Evangelo di Gesù Cristo, Parola del Padre attuata dello Spirito Santo, dal quale è sceso e scende ogni bene sulla terra, ora e nei secoli futuri."