COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Nella parrocchia di Cormòns ci sono due realtà di vita consacrata che fanno riferimento all'Ordine delle Suore della Provvidenza fondate da San Luigi Scrosoppi: il Convento Rosa Mistica annesso al Santuario omonimo e la comunità di Suore della Provvidenza che gestisce la Scuola dell'Infanzia. A differenza della comunità che fa riferimento alla Scuola dell'Infanzia, che ha contatto con le famiglie cormonesi che mandano i loro figli all'asilo delle suore, come viene chiamato la Scuola dell'Infanzia di via Battisti, il Convento Rosa Mistica non ha molti contatti con i cormonesi, perché la funzione che svolge è di cura e assistenza alle suore inferme della congregazione. Il Convento Rosa Mistica è stato fondato nel 1866 e da allora la parrocchia di Cormòns ha l'onore di avere un polmone di preghiera. La redazione Web&Voce dell'Unità Pastorale di Cormòns ha voluto incontrare tre sorelle della Provvidenza che fanno parte della comunità del Convento Rosa Mistica. La loro storia di vita è simile a quella di tante sorelle consacrate che hanno deciso di cercare la “Gioia” donando la loro vita al servizio di Dio e del prossimo per questo abbiamo deciso di non indicare i loro nomi.
Mi potete descrivere la vostra comunità che fa riferimento al Convento Rosa Mistica?
Nel convento ci sono 120 sorelle di cui la maggioranza ammalate. La malattia e la sofferenza non si ferma la missione di una sorella consacrata, perché nella contemplazione prepara l'incontro con lo Sposo, Gesù. La malattia e la vecchiaia è il momento più importante della vita e la missione più intensa che una suora svolge dove raccogliamo la nostra vita vissuta a disposizione di Dio che prima incontriamo nei fratelli e nelle sorelle e poi negli anni della malattia la sorella incontra in modo più intimo.
Ho chiesto ad una sorella di 96 anni se si ricordava una data e mi ha detto che non se l'ha ricordava, ma l'aveva appuntata in un block note, ma lì non c'era. La sorella si è scusata con me dicendo che Gesù gli ha preso tutto anche la memoria. Questa sorella nella malattia continua a dire “tutto per Gesù”. Un'altra sorella ammalata mi chiede spesso di offrire io la mia vita a Gesù perché lei non lo può più fare essendo inferma. E' bello vedere le sorelle ammalate che vanno a pregare in cappella anche se non hanno più la possibilità di leggere i salmi e la Parola di Dio, ma vanno comunque per stare con Gesù. Ci sono due sorelle ammalate di cui una non ha la memoria a causa della malattia e viene sempre aiutata dalla consorella che pur ammalata nella sofferenza riesce a aiutare e stare attenta all'altra sorella che non ricorda niente.
Le suore della Provvidenza sanno che se vengono a Cormons, questa sarà l'ultima dimora e compito delle consorelle è preparare la sorella a vivere bene questo tempo di grazia. Le suore malate e anziane, infatti, sono le colonne della Chiesa, perché la sostengono con la preghiera.
Gli anni della malattia e vecchiaia è il tempo per noi di grazia e di raccolto.
Non è facile per una suora che ha sempre lavorato capire che adesso la missione è cambiata e consiste nella contemplazione. I medici che vengono a visitare le suore malate ci dicono sempre che pur nella malattia e sofferenza c'è pace e serenità.
Tramite gli altoparlanti anche le suore inferme sentono la vita e le liturgie del convento. Tutti i giorni due suore ammalate si impegnano a pregare e offrire la loro vita per i sacerdoti con preferenza per quelli di Cormòns.
In Convento non è sempre facile vivere in comunità: età, carattere e limiti personali ci sono anche nelle consacrate come ogni uomo, ma lo spirito che ci unisce ci fa superare le difficoltà relazionali.
Come si svolge una giornata nel vostro convento?
Ci sono due ritmi nelle giornate: quello per le suore sane e quello per le suore malate. Per le prime la sveglia è alle 6.20 con le lodi e la Santa Messa e poi si inizia a lavorare. Si tratta di lavori quali stirare, lavare, cucinare, servizi di infermeria. Non dobbiamo dimenticare la preziosa opera di chi collabora con noi noi che inizia a lavorare alle 6.30. Anche se abbiamo personale anche di notte non solo di giorno.
Per le sorelle inferme alle 7.30 c'è la colazione e alle 9 meno 5 le lodi a seguire la Santa Messa.
Alle ore 15 preghiere lettura spirituale recita insieme del vespri anche con le sorelle inferme che possono muoversi e che sono ancora lucide.
Nella vita del convento ci sono momenti di vita in comune molto importanti come le preghiere e le letture. Per chi non è ammalata si vive insieme anche alcuni momenti di ricreazione come ad esempio dopocena fino alle 21 ci si ritrova per informarsi sul mondo. La giornata per le sorelle ammalate, invece, si conclude alle 19.30 quando vanno a dormire.
La vostra congregazione ha un forte impegno missionario. Mi potete parlare di questo aspetto?
La nostra congregazione non è solo in Italia, ma in tutti i continenti. Già nel 1927 eravamo presenti in Brasile e nel 1929 in Uruguay.
Oggi la nostra congregazione è ritenuta congregazione missionario. Negli anni '70 le uscite dalla congregazione di sorelle e la riduzione delle vocazioni ci ha spinti ad andarenegli altri Paesi in modo più deciso: Costa d'Avorio, Togo, Bolivia, India, Romania, Argentina, Benin, Sud Africa, Mia mar.
Quando ero allieva facevamo le veglie straordinarie per costruire la casa lebbrosario in Costa Avorio. La congregazione ora vive grazie alle vocazione degli altri Paesi. Tra le consigliere generali ci sono già suore non italiane. Le consigliere provinciali nei Paesi esteri non sono più italiane. Anche nella nostra comunità di Cormòns ci sono sorelle provenienti da altri Paesi: tre indiani, una africana, una dal Mia mar, una rumena e una brasiliana. Adesso stiamo aprendo una comunità anche in Tailandia.
Un giovane o una giovane di oggi, perché dovrebbe scegliere di consacrarsi?
Non si decide è una chiamata come qualcuno è chiamato al matrimonio o alla vita laica da single. C'è un Qualcuno che chiama.
C'è una dose di incoscienza
Dio dice che la strada della felicità è stretta e per percorrerla bisogna portare la propria croce. Nella vocazione c'è un impulso interno che va maturando.
Quando ho provato la vita consacrata ho sentito che qua sto bene.
Ci si sente realizzati. Io a 33 anni sono andata in Bolivia e ho maturato la vocazione nell'assoluto silenzio. Negli anni 80 non c'era il telefono e le lettere dall'Italia arrivavano dopo mesi. Io ho sentito la bellezza di essere donna ed essere consacrata. Questo è il regalo che mi ha dato la Bolivia. Primo ero in crisi. In Bolivia ho capito qual era la mia strada
La realizzazione si ha solo nel dono della vita. Solo allora ti senti appagata. Quando ti senti di dar tutto sei felice anche se costa sacrificio e ciò è possibile grazie all'amore sponsale con Cristo
Abbiamo bisogno della preghiera, perché se non c'è l'incontro con il Signore non è possibile vivere la consacrazione.
Tante donne insieme con diversi carattere come possono vivere se non ci fossero la forza unificante di Cristo e il carisma comune?
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