COLLABORAZIONE Pastorale di Cormòns - Parrocchie di Borgnano, Brazzano, Dolegna del Collio e Cormòns
Il percorso che ci ha portato a celebrare l’Eucaristia in questa chiesa [la Concattedrale di Nova Gorica] ha voluto quasi riassumere e raccogliere in un tragico abbraccio le esperienze di guerra e di violenza che hanno contrassegnato questa terra di confine. Siamo partiti dal sacrario di Oslavia, con circa 57.000 giovani morti durante la prima guerra mondiale; abbiamo oltrepassato l’Isonzo, fiume insanguinato da migliaia di uccisi da ambo le parti nel conflitto di più di 100 anni fa […]; siamo poi giunti al Convitto salesiano per minori stranieri, spesso scappati lungo la rotta balcanica da situazioni di guerra e di violenza; nella piazza Vittoria […] ci siamo fermati a riflettere sul tema che papa Francesco ci ha indicato per quest’anno: “Intelligenza artificiale e pace”, ben sapendo che già ora e, purtroppo, in futuro quella nuova tecnologia è usata e sarà usata per la guerra; la sosta silenziosa davanti alla sinagoga a 80 anni dalla deportazione di tutta la comunità ebraica di Gorizia nei campi di sterminio, ci ha fatto riflettere sulla shoah e su tutti i genocidi che tuttora umiliano, feriscono, distruggono interi popoli; infine abbiamo ascoltato qui drammatiche testimonianze degli attuali conflitti in Ucraina, Palestina e Israele, qui in questa chiesa nei cui sotterranei è stato costruito un rifugio antiatomico, tuttora perfettamente funzionante.
La nostra riflessione, la nostra preghiera sono andate al di là di questo territorio […], a tante altre guerre e situazioni di conflitto che non abbiamo esplicitamente ricordato, ma che in qualche modo abbiamo voluto raccogliere in quel tragico abbraccio che citavo all’inizio. Quali sono le cause di tutto ciò, di tutte queste guerre, di tutte queste violenze? Le risposte sono molteplici, lo sappiamo: potere, soldi, armi, ingiustizie, sopraffazioni, eccetera. Ma alla radice di tutto c’è […] il peccato originale. Mi pare così evidente e così poco originale, perché ripetuto all’infinito da Caino in poi, che appunto non richiede neppure un minimo atto di fede. Che cos’è il peccato nella sua espressione più radicale? Direi semplicemente l’amore capovolto. Mi spiego: Dio ci ha creati a sua immagine e somiglianza, Lui è amore. Ci ha creati per essere amati e amare. L’amore ha una caratteristica fuori norma e affascinante: è gratuito. Se amo per qualcosa, non amo davvero, ma uso del presunto amore in termini strumentali ed egoistici. […]
L’amore richiede un’altra caratteristica che ci fa essa pure simili a Dio: la libertà. Non si può amare perché obbligati, non si può costringere qualcuno ad amare o ad accogliere l’amore (e i femminicidi e anche i delitti che talvolta riguardano anche i maschi – piccole, ma non meno tragiche guerre dentro le famiglie -, nascono spesso dal non accettare la libertà dell’altro). La libertà, però, offre la tremenda possibilità non solo di rifiutare l’amore, ma di capovolgerlo in odio. […] Ecco al di sotto di ogni
guerra, di ogni violenza c’è un uso della libertà per odiare, c’è una gratuità per il male, c’è un amore capovolto. Siamo nel tempo di Natale, con i pastori anche noi in questi giorni siamo andati a vedere e contemplare il Bambino adagiato nella mangiatoia. Quel
Bambino è venuto al mondo per “ricapovolgere” le cose. […] Lui si lascia crocifiggere dal nostro odio, ma lo svuota dal di dentro, trasforma il massimo delitto che l’umanità può compiere – uccidere il Figlio di Dio – nel massimo dell’amore: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici» (Gv 15,13-14), così ha affermato Gesù nell’ultima cena. […] La morte di Gesù ci ha liberato dalla schiavitù dell’odio (perché se è vero che chi odia mette in gioco male la propria libertà, è anche vero che poi diventa schiavo del suo stesso odio). Gesù ci ha fatto tornare pienamente
figli, perché i figli sono liberi. […]
Che cosa allora possiamo fare per la pace? […] Amare gratuitamente, amare mettendo in gioco la nostra libertà. Comportarci da figli, figli liberi che amano perché sono fratelli e sorelle e tutti amati da Dio. […]
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